“La donna dei fiori di carta” di Donato Carrisi

Da Vivianap @vpicchiarelli

Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio, teatro di una battaglia decisiva. Ma l’eco dei combattimenti non varca l’entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che all’alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L’altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici, in realtà, sono legate. Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande. Chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l’uomo che fumava sul Titanic? Questa è la storia della verità nascosta nell’abisso di una leggenda. Questa è la storia di un eroe insolito e della sua ossessione. Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è destinata al cuore di una donna misteriosa.

Il desiderio è il solo motivo per cui andiamo avanti in mezzo a tanto orrore. Tutti abbiamo bisogno di una passione, o di un’ossessione. Cerca la tua. Desiderala fortemente, e fà della tua vita la ragione stessa per cui vivi.

Una narrazione leggera è quella che caratterizza questo romanzo breve, poetico e intenso. Un raccontare velato dal fumo che Guzman – amante del tabacco di qualità e dei sigari – adora.

Diversi, enigmatici e misteriosi i personaggi che si alternano: l’ermafrodita Madam Li, l’affascinante signora Eva Mòlnar; originali e fuori dalle righe i luoghi che fanno da teatro ai vari eventi: «i fumi di sapone nei cieli di Marsiglia» o le «montagne cantanti della Cina».
Il dottor Roumann ascolterà ogni singolo dettaglio con bramosia di sapere, non immaginando minimamente che la storia raccontata lo leghi, in modo particolare e sibillino, a quegli strani protagonisti.

Il racconto irrompe anche nella realtà: appare l’uomo che fuma sul Titanic: un misterioso personaggio che, durante l’inabissamento, aspettava la morte assaporando il dolce sapore di un sigaro. Carrisi si è ispirato alla storia di Otto Feüerstein.

Il ritmo della narrazione è piuttosto lento, senza sconvolgimenti seppure carico di spunti interessanti che incentivano a proseguire la lettura. Il linguaggio è intimo e ammaliante grazie all’uso di parole vellutate, leggere quasi connotate da risvolti favolistici, ricche di suggestioni.

La donna dei fiori di carta — come spiega anche lo stesso autore in una nota contenuta nel volume — è una costola del monologo musicale Il Fumo di Guzman, scritto con Vito Lo Re per la compagnia teatrale Gruppo Teatrale Vivarte, e per il quale è stato fra i vincitori del 49° Premio Vallecorsi per il Teatro.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :