Il desiderio è il solo motivo per cui andiamo avanti in mezzo a tanto orrore. Tutti abbiamo bisogno di una passione, o di un’ossessione. Cerca la tua. Desiderala fortemente, e fà della tua vita la ragione stessa per cui vivi.
Una narrazione leggera è quella che caratterizza questo romanzo breve, poetico e intenso. Un raccontare velato dal fumo che Guzman – amante del tabacco di qualità e dei sigari – adora.
Diversi, enigmatici e misteriosi i personaggi che si alternano: l’ermafrodita Madam Li, l’affascinante signora Eva Mòlnar; originali e fuori dalle righe i luoghi che fanno da teatro ai vari eventi: «i fumi di sapone nei cieli di Marsiglia» o le «montagne cantanti della Cina».
Il dottor Roumann ascolterà ogni singolo dettaglio con bramosia di sapere, non immaginando minimamente che la storia raccontata lo leghi, in modo particolare e sibillino, a quegli strani protagonisti.
Il racconto irrompe anche nella realtà: appare l’uomo che fuma sul Titanic: un misterioso personaggio che, durante l’inabissamento, aspettava la morte assaporando il dolce sapore di un sigaro. Carrisi si è ispirato alla storia di Otto Feüerstein.
Il ritmo della narrazione è piuttosto lento, senza sconvolgimenti seppure carico di spunti interessanti che incentivano a proseguire la lettura. Il linguaggio è intimo e ammaliante grazie all’uso di parole vellutate, leggere quasi connotate da risvolti favolistici, ricche di suggestioni.
La donna dei fiori di carta — come spiega anche lo stesso autore in una nota contenuta nel volume — è una costola del monologo musicale Il Fumo di Guzman, scritto con Vito Lo Re per la compagnia teatrale Gruppo Teatrale Vivarte, e per il quale è stato fra i vincitori del 49° Premio Vallecorsi per il Teatro.