The Fallen Woman, ossia la donna caduta. Dove per ‘caduta’ si intende naturalmente alla donna caduta in tentazione, sedotta e abbandonata, perduta. Una figura tragica così popolare nell’arte e nella letteratura vittoriana e a cui il Foundling Museum ha dedicato un’intera mostra. Ma se l’argomento è insolito, lo è anche il museo, nato nel 1741 per volere del capitano Thomas Coram che, tornato a Londra nel 1732 dopo una vita passata per mare, si accorse che la città pullulava di bambini abbandonati e decise di fondare un istituto che raccogliesse questi trovatelli.
The Foundling Hospital. London, 2015 © Paola Cacciari
Il primo nucleo del Foundling Hospital (l’Ospedale degli innocenti) aprì i battenti nel 1741 in un’abitazione di Hatton Garden, nel quartiere di Clerkenwell. In un primo momento ai genitori che abbandonavano qui i figli perché non potevano mantenerli, veniva semplicemente richiesto di lasciare al collo dei bambini una piccola collana con un ciondolo come segno di riconoscimento – monete, pezzi di cotone o nastro, versi scritti su pezzi di carta come pegno del genitore qualora riuscissero a tornare a riprenderli. Ma il successo dell’istituzione rese necessaria una struttura più grande.
Disegnato da Theodore Jacobsen e locato nel quartiere di Bloomsbury, il nuovo ospedale fu completato tra il 1742 e il 1752 e al suo completamento fu descritto dal Times come uno dei monumenti alla carità più importanti eretti nel XVIII secolo in Inghilterra. George Frideric Handel fu eletto presidente dell’istituzione e diresse una serie di concerti per raccogliere fondi per l’ospedale, tra cui nel 1750 anche una performance del Messia; tutt’ora la museo si possono ammirare gli spartiti originali del Messia e l’organo su cui suonava.In pochi anni vennero presentati all’ospedale oltre 14.934 bambini. Le grandi spese per il mantenimento dell’opera, allarmarono la Camera dei Comuni che propose di trovare questi fondi nelle parrocchie. L’ospedale, dipendendo ora quasi esclusivamente dalle proprie forze, stabilì una tassa d’ammissione di 100 sterline per scoraggiare i genitori che non potevano permettersi un’altra bocca da sfamare ad abbandonare i loro figli. Se la tassa ridusse il numero dei bambini accettati, e quindi le spese di mantenimento della struttura, nel 1801 fu stabilito che l’ospedale come istituzione di carità, non doveva chiedere soldi alla popolazione bisognosa. In quest’epoca, infatti, la maggior parte dei bambini presenti all’ospedale erano di ragazze-madri o comunque di donne non sposate e anche alcune prostitute. E questo ci porta al soggetto della mostra, The Fallen Woman.
La liberazione sessuale è una cosa relativamente recente per le donne e si limita prevalentemente al mondo Occidentale. Ma in un’epoca come quella vittoriana, in cui la rispettabilità era di fondamentale importanza per una donna rispettabile la perdita della castità per una donna non sposata era un vero e proprio disastro. In una società in cui il ruolo della donna era limitato a quello di moglie devota, madre premurosa e figlia obbediente, il sesso al di fuori del matrimonio era il tradimento dell’ideale vittoriano della donna angelicata, un ideale tornato prepotentemente in voga nell’Ottocento con il revival Neogotico insieme alla passione per guglie e pinnacoli. Praticamente un’aggiornata versione della Madonna con il Bambino medievale e rinascimentale. E se la povertà e l’ignoranza erano accettate con riluttanza, come giustificazioni per una gravidanza non voluta, l’idea generale era che le donne fossero esseri fondamentalmente la deboli, la cui moralità andava salvaguardata tramite una stretta educazione e una vita segregata. Che si sapeva che le ragazze che per necessità dovevano uscire nel mondo per lavorare erano esposte a terribili tentazioni. Ne sa qualcosa Lizzie Siddal che lavorava come modista in un negozio di cappelli e incontrò l’aitante Dante Gabriel Rossetti sulla strada per il lavoro.
Non sorprende che proprio l’epoca vittoriana, con il suo moralismo ipocrita, abbia dato vita ai bad boys del XIX secolo, i Preraffaelliti che con il loro anticonformismo che infranse i tabù morali e di classe e che piegò le rigide norme che regolavano i ruoli dei sessi, sconvolse la società bacchettona del tardo XIX secolo. Ma Rossetti e compagni. erano solo una minoranza e se le bellezze sensuali dell’anglo-italiano erano apprezzatissime, molto più diffusse erano le scene di vita borghese con cui la società vittoriana sollecitava le donne a non perdere la virtù.
The Outcast by Richard Redgrave, RA. 1851. Royal Academy of the Arts, London.
Ovviamente se il sesso fuori dal matrimonio era tabù per le donne, era perfettamente accettabile per gli uomini, che in tutta la letteratura o arti visive non esiste nessun personaggio maschile paragonabile alla ‘donna caduta’. La colpa, sembra, era sempre e solo tutta delle donne. Perché il loro bambino fosse accettato dal Foundling Hospital, queste giovani disperate dovevano scrivere una lettera in cui chiedevano all’istituzione di accettare il loro neonato, dicendo che erano persone rispettabili che erano cadute in tentazione una sola volta e che, dopo essere state sedotte, erano state abbandonate da amanti senza scrupoli. Ma tra i richiedenti c’erano spesso anche prostitute e le vittime di violenza sessuale.G F Watts, Found Drowned, c 1848-1850 © Watts Gallery
Cosa ne sia stato delle madri che erano riuscite ad ottenere che l’ospedale accettasse i loro bambini è difficile da sapere. Rifiutate dalle loro famiglie, prive di ogni mezzo di sostentamento (che tutto era di proprietà del marito), molte finirono con il prostituirsi solo per poter mangiare, altre si suicidarono buttandosi nel Tamigi, altre morirono di stenti in povertà. Insomma, per la donna caduta, il salto ‘dalle stelle alle stalle’ avvenita davvero da una grande altezza…
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