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La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Creato il 28 gennaio 2016 da Il Viaggiatore Ignorante

La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Malesco, fontana  con il basilisco

"Stavo andando verso un ruscello per far bere il mio bambino, la giornata era caldissima, quando, superato un roccione, vidi nel prato un grande basilisco (bazalesch) che mi fissava immobile con la gola aperta. Sapevo che tra i tanti poteri l'animale ha quello di ipnotizzare la gente. Così rivolsi gli occhi al cielo e pregai fervidamente: Vergine Santa Paolonio è ancora piccolo, salvaci divina Signora. Quando trovai il coraggio di riabbassare gli occhi la bestia era scomparsa."[1] La vita si nutre di leggende.
"Una volta con mia sorella sono andata a prendere il frutto dei faggi a Sutsass. Erano buoni da mangiare. Ad un tratto sentiamo: "sniau, sniau!". Dico che bel gattino andiamo a prenderlo! Altro che gatto! Un testone e le zampe! Era il bazalesch, il basilisco. Un lucertolone lungo mezzo metro. Aveva fatto una tana a quadrato, tutta ricoperta di muschio, con due buchi: uno in mezzo e l'altro verticale. Mi sembra di vederlo ancora, in fotografia. I giovani non vogliono credere al basilisco ma io e mia sorella lo abbiamo visto davvero."[2]Il basilisco esiste nelle leggende delle valli alpine da sempre, da quando ancora l’uomo pregava senza giungere le mani.Dovremmo tornare indietro nel tempo, nella storia dell’uomo.Rileggere il passato per comprendere.

La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Corvo, cigno, basilisco, pellicano e fenice in una incisione del XVII secolo

Nei bestiari[3]e nelle leggende, sia dell’antica Grecia sia in quelle europee, il basilisco è una creatura mitologica citata anche come il re dei serpenti. Traducendo il nome greco, basilìskos, comprendiamo la sua importanza: piccolo Re. La narrazione delle sue gesta riporta a sogni primordiali. Il suo potere è immenso: può uccidere con un solo sguardo diretto negli occhi della vittima.Il basilisco è invincibile?Due sono i nemici mortali: la donnola ed il gallo.La donnola nell’epico scontro muore qualora non riesca ad azzannare il Re alla gola.Il gallo è più fortunato: il suo canto intimorisce il rettile sino ad essere letale per il piccolo Re.La donnola è animale in grado di smascherare la falsità. Nella mitologia greca si narra di una giovane donna, Galantide amica o ancella d’Alcmena madre d’Ercole. La moglie di Zeus, Era, saputo della gravidanza d’Alcmena cercò di arrestare la nascita del figlio ordinando alle divinità di stare sedute davanti alla camera della donna con le mani intrecciate, in questo modo il bimbo non poteva venire al mondo. Per nove giorni e nove notti le divinità stettero sulla soglia della casa impedendo la nascita d’Ercole. Vista la difficile situazione Galantide ideò uno stratagemma: decise di uscire dalla stanza annunciando la nascita del figlio. Le divinità, prese alla sprovvista, levarono le mani in un gesto di stupore. Svincolato dall’intreccio malefico Ercole nacque per la gioia di Alcmena. Le divinità, infuriate, decisero di trasformare in donnola Galantide. La donnola è legata a filo doppio al parto, tanto da rappresentare l’archetipo della levatrice.Un altro animale è in grado di sottomettere il basilisco: il gallo o meglio il suo canto.Sin dall’antichità si ritiene che il canto del gallo, all’alba, sia in grado di allontanare gli spiriti maligni. Il gallo è collegato al sorgere del sole, e come tale discosta le tenebre dal mondo. Il gallo separa il buio dalla luce, combatte il basilisco e vince la perenne battaglia tra bene e male.

La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Miniatura di un basilisco attaccato da una donnola in un bestiario inglese del XII secolo

Le testimonianze sul basilisco non si rincorrono solo nelle vallate alpine. Esiste da sempre.Secondo Plinio il vecchio il basilisco è un piccolo serpente, lungo venti centimetri. Nonostante le sue misure contenute risulta la creatura più mortale in assoluto. E’ infatti velenosissimo ed è in grado di uccidere con il solo sguardo che pietrifica o incenerisce. [4]Il poeta Lucano s’interessò al piccolo Re: un cavaliere che colpì il basilisco fu ucciso insieme al cavallo dal veleno che si infiltrò dalla lancia.[5]Isidoro di Siviglia lo definiva il re dei serpenti, i quali lo temono per il suo soffio velenoso e per lo sguardo mortale. [6]

La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Malesco, fontana  con il basilisco

In epoca moderna anche Vittorio Spinetti lo menziona, ricordando frate Bernardo Rategno: “..e il frate inquisitore spiega la malia fatta ai fanciulli appoggiandosi all’autorità del Beato Tommaso [7]dicendo che quella è infezione che procede dagli occhi infetti per la malizia dell’anima, con l’aiuto del demonio e con il permesso di Dio, e ciò che avviene specialmente nelle vecchie, nelle quali per una certa malizia contratta con l’amicizia e con il patto del demonio si forma un rivolgimento velenoso attraverso le vene degli occhi… e così lo sguardo di esse velenoso corrompe e guasta i fanciulli… e perché avviene perché la donna se guarda uno specchio puro subito lo guasta e lo deturpa, e il basilisco quando vede l’uomo lo uccide.”[8]La leggenda non ha fine.L’uomo alimenta la propria fantasia per svariati motivi, che risultano insondabili nella mente di chi cerca la verità.

La donnola, il piccolo Re ed il canto del gallo

Il basilisco della Cronaca di Johannes Janssen di Aquisgrana(1748)

L’immaginario alpino è a nostra disposizione per comprendere il cammino che abbiamo perseguito nella nostra esistenza.Aurelio Garobbio nel 1969 scriveva: Il basilisco è poco più grosso di un ramarro, e gli somiglia anche, benché la sua pelle non sia verde bensì grigio scuro e coperta di squame. Sulla testa ha una cornea corona, lungo il filo della schiena e sulla coda una durissima cresta a sega.[9]Questo passaggio è fondamentale.Il piccolo Re ha la corona.E’ scritto, non c’è nulla da inventare. Altri prima di me hanno affermato la regalità del piccolo rettile, tanto temuto.Garobbio continua analizzando il terrore dell’incontro: il veleno del basilisco ha effetto immediato e non c’è scampo. La dannata bestia aspetta però a morsicare la vittima che non può fuggire, fermandosi a fissarla per intere ore, godendo del disperato terrore ed accorciando il supplizio soltanto se ode avvicinarsi qualcuno..[10]Le leggende servono ad inserire poesia nella nostra vita, a creare una moltitudine di colori dove il grigio potrebbe sovrastare.Non ammazzate le leggende.Non uccidete quest’ultimo grido di gioia della nostra civiltà.
Fabio Casalini 



[1]Intervista rilasciata da una donna di Masera al direttore della “sentinella di Coimo” nel 1877. Coimo si trova in Valle Vigezzo, Piemonte.[2]Teresio Valsesia: Val Grande ultimo paradiso.[3]Unbestiario, obestiarium, è un testo che descrive gli animali, o bestie. NelMedioevo si trattava di una particolare categoria dilibri,  che raccoglievano brevi descrizioni di animali (reali e immaginari), accompagnate da spiegazioni moralizzanti e riferimenti tratti dallaBibbia.[4] Borniotto: Habitus mortis, il basilisco come serpente velenoso in Anthropos e latria del maggio 2011.[5] Marco Anneo Lucano: Pharsalia, Libro IX.[6] Isidoro di Siviglia, Etymologiae, Libro XII.[7] Tommaso d’Aquino.[8] Vittorio Spinetti, streghe in Valtellina, Sondrio 1903.[9] Antonio Garobbio, Leggende delle Alpi Lepontine e del Grigioni, 1969[10] Antonio Garobbio, Leggende delle Alpi Lepontine e del Grigioni, 1969

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