14 maggio 2014 • Speciale Film, Vetrina Cinema
“Quando la casata dei Grimaldi sarà estinta, il mondo continuerà a ricordare il tuo nome, la tua regalità. Tu sei la favola, la serenità a cui tutti aspiriamo e la pace arriverà quando ricoprirai il ruolo cui sei destinata”.
Sulle note d’opera cantata da Maria Callas (nel film interpretata dalla spagnola Paz Vega) si sente la voce di Padre Tucker, interpretato da Frank Langella, consigliere dei Principi, che predice il futuro di Grace Kelly. La Principessa viene poi ritratta mentre partecipa alle cene ufficiali insieme a Ranieri (Tim Roth), passeggia per i corridoi del Palazzo, sale i gradini del Casino. Su una decappotabile sfila Hitchock, nel suo profilo inequivocabile mentre segue Grace nel Palazzo, in una panoramica si vedono i tornanti della Costa Azzurra dove pochi anni dopo, per un incidente d’auto, la sua musa perderà la vita. E poi compare lei in primo piano, una Nicole Kidman che ruba le sembianze alla Principessa. Si sfila gli occhiali da sole, lo sguardo è profondo e malinconico, mentre guarda in camera. Come se quel gesto simboleggiasse l’addio agli spettatori, al suo pubblico cinematografico “tradito”.
Grace si rassegnò a interpretare solo e soltanto Sua Altezza e il ruolo passò a Tippi Hedren. Avrebbe dovuto approdare nelle sale lo scorso autunno, Grace of Monaco, adesso si parla di maggio 2014. Di passaggio al Festival di Zurigo, il distributore americano Harvey Weinstein, l’uomo più potente di Hollywood, ha detto che “semplicemente, il film non è pronto”.
Secondo il regista francese Olivier Dahan, invece, il film è così finito che ce ne sono due: il suo e quello di Weinstein, che ha recuperato le sequenze scartate da Dahan in montaggio e si sta rimontando il film per conto suo, a Hollywood. Lo scontro titanico fra i due è stato raccontato da Dahan a “Libération” (con titolo brillante: “Disgrâce de Monaco“), scelta non casuale per una storia presentata come lo scontro fra la creatività e il business, il cinema e il commercio, l’impotenza dell’arte e l’onnipotenza del dollaro. Di che far fremere i cinefili del mondo, o almeno quelli francesi. Ma torniamo alla pellicola. Pur non avendo ancora visto il film, le rassomiglianze tra le due attrici sono sempre più sottolineate e valorizzate, e sono già da tempo circolate immagini della Kidman con il foulard in testa o che sfoggia un taglio vaporoso e ricciolo anni ‘50, alla Kelly. Molti tra abiti, accessori, persino automobili sono stati ricreati per l’occasione. Come la tiara Cartier, perfettamente ricostruita dalla Maison e molti altri gioielli sfoggiati regolarmente dalla principessa. Proprio una delle scene iniziali del film è ambientata nel negozio Cartier di rue de la Paix. E’ lì che Grace annuncia di aver deciso di ritirarsi dal cinema per dedicarsi agli impegni regali.
Più che l’erotismo sfacciato, incarnava l’attesa spasmodica prima dell’amplesso, il bacio inaspettato, lo sguardo inatteso. Grace era la perla rilucente contenuta in una rigida conchiglia. Bisognava essere temerari e tenaci per forzare quello scrigno inarrivabile. E a trent’anni dalla morte il Cigno, è ancora un modello di inarrivabile eleganza e, pur con tutte le puntualizzazioni del caso, l’emblema della fiaba, quella in cui la ragazza borghese sposa il principe azzurro e tenta di vivere felice e contenta. Portando alla ribalta un concetto di bellezza unica, molto diversa da quanto lo star system proponeva (Marilyn aveva il sesso stampato su ogni angolo del viso, così come la Bardot).
Verrebbe da chiedersi insomma quale dei due aspetti della sua vita abbia avuto la meglio sull’altro; se sia stata soprattutto l’attrice in grado di ammansire un osso duro come Alfred Hitchcock, la regina di stile, o la sovrana di un piccolo regno delle favole, forse meno dorato di quanto in realtà non apparisse all’esterno. Galeotto fu il set del servizio voluto da Paris Match che scattò alcune foto di Grace al Palazzo Reale di Montecarlo. Lei ha solo 26 anni, Ranieri III di Monaco 32 ed è lo scapolo più ricco e ambito del mondo.
Forse l’enigma che si nasconde dietro alla doppia anima di Grace Kelly è destinato a rimanere insoluto. Come artista è stata in grado di recitare con il fascino che solo le vere regine hanno. Come principessa ha avuto i suoi travagli, nascosti con consumato mestiere.
di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net
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