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La dura realta’ nascosta (ii parte)

Creato il 24 novembre 2010 da Samilla

LA DURA REALTA’ NASCOSTA (II PARTE)

Mi piace un monte la Smart, ma quella di Anna è tutto all’infuori di una macchina comune. Non c’è neppure posto per sedersi. Volantini del canile sparsi ovunque, boccette di profumo, bottigliette di acqua terminate da tempo, ritagli di giornale; insomma un caos incredibile.

“Ma riesci a trovare il volante in questo marasma? Cosa diavolo ci fai con tutte queste cianfrusaglie?”

Per sedermi devo spostare tanta di quella roba che sono costretta a lanciare la borsa nella pseudo-bauliera.

“Butta tutto dietro”.

“Brava! Uno di questi giorni mi dai questa benedetta macchina che la porto a lavare e getto via tutto il superfluo”.

Sbuffa mentre gira la chiave e mette in moto.

“Fai come vuoi. Ora accomodati e smettila di brontolare, sembri mia madre!”

Ecco, ci mancava pure questo gentile complimento a tirarmi su il morale. Mi zittisco e inizio a giocare con un bottone del mio cappotto.

“Dai, Flora, scherzavo! Non fare la permalosa”.

Sorride e inizia ad accelerare. Conosco la sua guida spericolata così non mi preoccupo di risponderle, ma di afferrare il sedile.

“Anna, guarda bene la strada. Voglio arrivare sana e salva a destinazione!”

Passa con il giallo all’incrocio più pericoloso della città e con una mano si trilla una ciocca dei capelli.

“Come sei apprensiva! Vuoi sapere qualcosa riguardo questi animali?”

Inizio a sudare freddo nonostante nell’abitacolo ci sia un caldo torrido. Ogni volta la stessa storia e ogni volta accetto di salire sulla sua macchina. Da domani prendo l’autobus, almeno sono sicura di fare ritorno a casa.

“Se rallenti ti ascolto, altrimenti apro lo sportello e mi getto di sotto come uno stuntman”.

Scoppia a ridere così di gusto che mi lascio contagiare. Finalmente siamo in aperta campagna e, per la salute del mio cuore, la velocità è quasi contenuta.

“Speriamo che il pulmino non sia ancora arrivato”.

Tiro un sospiro di sollievo e mi preparo a sapere qualcosa che non sarà sicuramente piacevole.

“Perché questo benedetto pulmino dovrebbe arrivare dalla Spagna? E per fare cosa?”

“Flora sei pronta per conoscere la verità? Quella che in pochi conoscono e che molti fingono di non sapere. Ti farà male, ma ti darà la forza di darmi una mano in questo progetto”.

Ho già una fitta allo stomaco eppure la curiosità cresce morbosamente; voglio sapere…

“Vai, spara!”

“Arrivano sei Galgos, grazie all’aiuto coraggioso di due ragazze spagnole che si sono prestate a questo viaggio, ma soprattutto a questo triste salvataggio che non è né il primo né sarà l’ultimo”.

Cerco invano di ricordare come sono questi Galgos. Anna si accorge della mia confusione mentale perché ho ripreso a giocare con il povero bottone del mio cappotto.

“Hai presente i Levrieri? Il Galgo è similare e identico il suo destino. Sono utilizzati per le corse e chiusi in box d’acciaio dove muoiono di caldo d’estate e di freddo in inverno. Sono costretti a tenere la museruola tutto il giorno e devono gareggiare anche se feriti. Alla fine della loro carriera, di solito verso i sei anni di età, vengono abbandonati per strada con le gambe spezzate, impiccati, sgozzati, fucilati…Quelli che ,nelle regioni più retrograde come l’Estremadura, vengono utilizzati come cani da caccia se non sono in grado di potare abbastanza selvaggina vengono eliminati con metodi perfidi che ti risparmio”.

Non mi accorgo neppure di avere gli occhi umidi che già singhiozzo come una bambina.

“Flora, fatti forza. Piangere non serve a niente. Questa è la dura realtà!”

Dove sono vissuta fino ad ora?

SAMANTA…(continua)



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