La dura vita dei vichinghi - Recensione - PC

Creato il 22 ottobre 2013 da Intrattenimento

Un gioco con un livello di sfida capace di far impallidire Rastan e Ghost 'n Goblins in un colpo solo? Scopriamolo!

Probabilmente Volgarr The Viking si chiama così perché dopo averci giocato un po' non si può fare a meno di sparare improperi contro il monitor cercando di abbattere i nemici a bestemmie (no dai, non staremo davvero facendo la battuta che Volgarr fa diventare volgari? Che immonda tristezza). La spada di fuoco può dare grandi soddisfazioni Battute infelici a parte, il titolo di Crazy Viking Studios è di quelli davvero da bava alla bocca. Nato come atto d'amore per i coin-op degli anni ottanta e novanta, soprattutto per quel Rastan Saga di Taito che ha messo in ginocchio più di un giocatore, Volgarr The Viking è un platform game programmaticamente impervio che vuole mettere alla prova chiunque abbia l'ardire di acquistarlo e avviare una partita. La trama, abbastanza inutile, parla di un regno da salvare, di Odino, dei cavalieri di Asgard, del fulmine di Pegasus e... no, c'è qualcosa che non torna. L'unica certezza in questo mondo liquido è che il nostro possente guerriero è stato risvegliato per fare i nemici a polpette con la sua possente spada. Tutto il resto è superfluo. Volgarr deve avanzare per i livelli bidimensionali affettando uomini lucertola, ragni giganti, uomini pesce, giganti corazzati e tutto il resto del bestiario che lo divide dal gran finale, saltando nel contempo oltre baratri e trappole, arrampicandosi su corde e catene, e usando la sua lancia per creare piattaforme da cui compiere balzi poderosi. Non mancano tesori e potenziamenti da raccogliere. È intorno a questi ultimi che è stato costruito tutto il gameplay. Crazy Viking Studios ha fatto una serie di scelte davvero oculate in termini di sviluppo del personaggio. Il nostro eroe barbuto parte con uno scudo di legno che può resistere a due attacchi (di qualsiasi tipo). Il primo potenziamento rinvenibile nei vari scrigni sparpagliati per i livelli è uno scudo indistruttibile che consente di contrastare praticamente ogni attacco (utilissimo contro frecce e proiettili vari, che spesso non possono essere schivati ma solo parati). I boss vanno sconfitti usando la giusta tattica Lo scudo ha anche il vantaggio di permettere un colpo caricato con l'arma secondaria, l'utilissima lancia cui abbiamo accennato prima. Il secondo potenziamento è un elmo che rende più resistente Volgarr agli attacchi, dandogli di fatto una vita extra. Quando viene colpito con l'elmo indosso, l'eroe dall'ascella pezzata perde l'elmo, ma non lo scudo indistruttibile. L'ultimo potenziamento trovabile (tra quelli regolari) è la spada di fuoco, che raddoppia il danno e aumenta la portata dell'arma base. Nel caso si venga colpiti con la spada di fuoco in mano, la si perde insieme all'elmo. Aprendo ulteriori scrigni avendo già tutti i potenziamenti si ottengono tesori più preziosi o sfere magiche che danno accesso ai livelli segreti, raggiungibili dopo aver sconfitto i boss. Parlando di struttura di gioco pura, risulta inevitabile accostare di nuovo Volgarr a Rastan. Ogni livello è infatti diviso in due parti, la prima ambientata in un esterno, la seconda in un interno. Alla fine di ogni livello c'è un boss, ossia una nemico particolarmente duro che va abbattuto studiando la corretta strategia da adottare per contrastarne gli attacchi. Il resto è abilità pura. Volgarr The Viking - Trailer di lancio

Volgarr il barbaro

Recentemente i videogiochi difficili vengono accusati di avere un cattivo design. A volte è vero, altre proprio no. La difficoltà può essere una caratteristica come le altre, se ben implementata, l'importante è essere coscienti di cosa ci si trovi innanzi e saper scegliere. Ad esempio è impossibile puntare il dito contro Volgarr The Viking per la sfida che offre. È vero che non è un titolo adatto a tutti, ma è altrettanto vero che gli sviluppatori non hanno mai nascosto i loro intenti, nemmeno quando hanno presentato il gioco su Kickstarter per cercare finanziamenti. Volgarr è un tipo rude anche sott'acqua (ha il sudore impermeabile) Il loro scopo era riproporre meccaniche di gioco da coin op in un guscio videoludico che ricordasse proprio i titoli di quell'epoca d'oro. Di nostro possiamo affermare senza timore di essere smentiti che ci sono riusciti. Insomma, se cercate un prodotto confortevole con cui passare qualche ora, guardate altrove. Meno riuscito è l'aspetto visivo. Il problema non è la grafica in pixel art, quanto il fatto che si sono visti giochi dalle ambizioni stilistiche simili ma meglio realizzati. Intendiamoci, se lo prendiamo per quello che è, Volgarr non è brutto da vedere. Semplicemente ha qualche limite nella nitidezza dell'immagine e nel disegno puro dei vari elementi (soprattutto alcuni scenari non sono bellissimi). Per la colonna sonora va molto meglio. Splendidi i pur pochi brani di accompagnamento, che ricordano alcune note colonne sonore cinematografiche di film degli anni novanta (chi trova il momento "ispirato" a Rambo vince una bambolina di Pierpaolo Greco) e belli anche gli effetti sonori, che ricordano appunto quelli dei coin-op degli anni ottanta.

Requisiti di Sistema PC

  • Configurazione di Prova
  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7
  • Requisiti Minimi
  • Sistema operativo: XP/Vista/7/8
  • Processore: 2.0GHz
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: 256MB
  • Spazio su disco: 200MB
  • DirectX: 7.1

Volgarr The Viking è il gioco che vi manca se ogni volta che finite uno shooter in prima persona o un action moderno sentite la forte sensazione che qualcuno abbia voluto prendervi in giro. No, non siete voi a essere bravi, sono i videogiochi a essere diventati facili. Sicuramente lo amerete se provenite dagli anni ottanta e per voi Rastan Saga non è solo una parola dal suono esotico che non significa nulla. Altrettanto sicuramente c'è un'amplissima fetta di videogiocatori per cui Volgarr è improponibile, visto che non contiene scorciatoie, il design è particolarmente infame e, insomma, non c'è niente che possa aiutare ad andare avanti senza diventare davvero bravi, imparando cioè a sfruttare tutti i mezzi a disposizione del simpatico barbaro (dai, sicuramente davanti a una birra sarà un tipo affabilissimo) per superare i passaggi più impervi. Insomma, cercate di capire che giocatori siete prima di tentare di definire il gioco che avete davanti. Vi farà bene anche come esercizio mentale.

Simone Tagliaferri @Karat45

Pro

  • Difficile ma giusto
  • Gameplay classico di alto livello
  • Grande colonna sonora anni ottanta

Contro

  • Lo avete capito che è difficile e che tenterà di spezzarvi le ossa in ogni modo possibile e immaginabile?

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