La fabbricante di vedove - Maria Fagyas

Creato il 05 maggio 2013 da La Stamberga Dei Lettori

I Contenuti
Finita la prima guerra mondiale, anche gli uomini di Ladany -piccolo villaggio agricolo nella remota regione ungherese del Tiszazung- tornanano a casa. Ritrovano le moglie che, durante il lungo periodo bellico, hanno lavorato da sole nei campi, svolto affari lucrosi, migliorato notevolmente il tenore di vita. Donne che hanno rivelato forza, serietà ed impegno che nessuno, in condizioni normali, era disposto a riconoscere loro. Ma i reduci, poco dopo il loro ritorno a casa, cominciano ad ammalarsi e poi a morire. Se ne vanno, uno dopo l'altro, a decine, ma le donne non sembrano addolorarsi troppo per quei decessi inesplicabili, che nulla permette di attribuire a cause non naturali. Il giovane Rudi Mikay, che ha abbandonato gli studi universitari per entrare nella polizia con il grado di tenente, vuol indagare su questa ecatombe di mariti. Ma la sua iniziativa non trova seguito: nessuno vuole casi giudiziari o creare scandali che possano turbare la tranquilla vita della contea. La magistratura lo scoraggia, il medico condotto gli da del visionario, e l'unica persona che gli è consentito incriminare è Amalia Kovach, la levatrice di Ladany che pratica, abilmente, aborti clandestini. Ma anche contro di lei non riesce a mettere assieme un dossier sufficiente di prove per condannarla. Rudo sta ormai per abbandonare l'inchiesta, quando il velo comincia a sollevarsi sulla sinistra trama che sconvolge la vita di quel borgo sperduto, fin troppo quieto ed idilliaco. E qui sta la sorpresa del romanzo.Basandosi su un fatto realmente accaduto, Maria Fagyas -autrice del fortunato romanzo "Il tenente del diavolo"- ha ricostruito l'inquietante e misteriosa vicenda in un libro che non è un "giallo", pur avendone tutti gli ingredienti, bensì un quadro delle condizioni di vita di una povera comunità contadina e, soprattutto, delle condizioni di vita delle donne di quella comunità che si rivela sorprendentemente veritiero ed attuale. Le donne di Ladany, infatti, affrontano e risolvono, a loro modo, il nodo dell'emancipazione femminile, un nodo estremo, certo, ma emblematico. 
La Recensione
Questo romanzo si ispira ad un fatto realmente accaduto negli anni Venti: nel Tiszazug, remota e arretrata regione dell'Ungheria, circa cinquanta persone, in maggioranza uomini, furono avvelenate dalle loro mogli, figlie o altri parenti di sesso femminile. Delle donne accusate, venti vennero ritenute colpevoli. Sei di queste vennero condannate a morte e le rimanenti a pene detentive. Nei casi in cui erano trascorsi troppi anni dal delitto, la colpevolezza non poté essere provata e molte responsabili sfuggirono al castigo.La vita delle contadine non doveva essere facile a quel tempo. Gli uomini erano gli indiscussi padroni in famiglia e, una volta svolti quei lavori ritenuti troppo pesanti per le donne -non dovevano essere molti perché il sesso femminile era robusto-, andavano a passare le serate in osteria dove, oltre a giocare a carte, si ubriacavano e diventavano ulteriormente brutali e maneschi. Pertanto, quando gli uomini partirono per la guerra, le donne, rimaste sole, ebbero un'esistenza più tranquilla e furono in grado di permettersi comodità prima insperate, pur continuando a lavorare, e ampliando in qualche caso le proprietà, dal momento che non c'erano gli uomini a dissipare i risparmi. I reduci della guerra, ritornati dopo sette anni di assenza, avrebbero voluto riprendere la vita di un tempo, ma non riuscirono a comprendere che la mentalità delle loro donne era cambiata e adattarsi al nuovo stato di cose. Mentre i mariti erano lontani, le donne erano state aiutate nei lavori più gravosi dai prigionieri russi, che erano stati ben lieti di sfuggire alla prigionia, dandosi da fare a svolgere i lavori nei campi che le contadine avevano difficoltà a compiere. Si prestavano a qualsiasi attività e accettavano con riconoscenza dalle donne ciò che gli uomini di casa pretendevano brutalmente di diritto. E' quindi comprensibile che le donne rifiutassero di ritornare nella situazione anteguerra con tutti i mezzi possibili.Il romanzo descrive mirabilmente il muro di omertà che le donne avevano creato per proteggersi, e il modo in cui poi si incrinò dando inizio alle confessioni. Ma oltre al racconto delle indagini, alla vita nei villaggi rurali, alle usanze del luogo, c'è una delicata ma impossibile storia d'amore fra il tenente di polizia Rudi Mikay che segue il caso e la moglie di un benestante del paese. La donna, americana di nascita, era impreparata alla vita di un villaggio ungherese dove la gente le sembrava rozza e insensibile. E' comprensibile che si sentisse scioccata nel vedere sepolti vivi i cuccioli di fronte alla cagna madre che guaiva.Interessanti i rapporti fra il tenente di polizia e la gente del villaggio. In particolare quello con la levatrice abortista, Amalia Kovach, che lui intuiva fornire il veleno alle donne che volevano disfarsi del marito, ma contro cui non riusciva a ottenere le prove. Pur essendo su posizioni opposte, è descritto magistralmente il rapporto di stima reciproca fra i due.E' un bel romanzo, insomma, dove tutti personaggi sono mirabilmente descritti pur utilizzando il minor numero possibile di parole. La scrittura della Fagyas è estremamente asciutta, secondo la migliore tradizione americana, ma decisamente incisiva. Ogni scrittore esordiente dovrebbe leggere questo libro e imparare a caratterizzare i personaggi come fa l'autrice. Il romanzo ha quasi cinquant'anni, ma non li dimostra e mantiene intatta la sua freschezza. Purtroppo è di difficile reperimento in libreria.Maria Fagyas, ungherese di nascita ma statunitense d'adozione, si traferì a Hollywood dove il marito, commediografo, lavorava per l'MGM. Ebbe una produzione letteraria molto contenuta: prima di "La fabbricante di vedove" pubblicò il romanzo "Il tenente del diavolo" e, successivamente, una raccolta di novelle.
Giudizio:+4stelle+ (e mezzo)
Articolo di Antonio
Dettagli del libro
  • Titolo: La fabbricante di vedove 
  • Titolo originale: The Widowmaker
  • Autore: Maria Fagyas 
  • Traduttore: Marina Valente 
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 1988
  • Collana: Biblioteca Universale Rizzoli 
  • ISBN-13: 9788817137041
  • Pagine: 272  
  • Formato - Prezzo: Euro 7,30


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