Bentornati a Extreme Makeover: Fabry Edition, la rubrica che ti dice le cose in maniera poraccia ma che intanto te le ha dette, come tua zia che ti dice che hai il culone ma che non vuole offenderti però intanto te lo ha detto. E niente, se non sei pronto a sentirti dire le cose torna a leggere le rubriche che ci copiano sugli altri blog. Ma a noi che interessa? L’importante è che tu ci abbia votato per i Macchianera Italian Awards, che hai presente Antonella Elia quando si incazza, ecco sarà niente in confronto a me se non riceverò la mia nomination. Mentre chiedo alla mia assistente di verificare la consecutio temporum delle frasi precedenti, io mi dedico alla richiesta di aiuto giunta in redazione, una delle ultime di questa stagione tra l’altro, poi buona notte al secchio e ci rivediamo nell’anno venturo. Ma prima voglio prendermi qualche minuto per spiegare ai nuovi lettori, perché abbiamo sempre nuovi lettori, cosa stiamo qua a fare. In questa rubrica, il sottoscritto nei panni della Natasha Stefanenko dei blog, vi aiuta a trasformarvi nella persona che avete sempre desiderato essere, con consigli pratici e stratagemmi psicologici approvati dall’Associazione Italiana Donne Medico. E quindi senza indugiare ulteriormente, via con la richiesta di questa settimana:
Caro Fabry,
mi chiamo Marco e seguo religiosamente le tue rubriche e il tuo blog. Il mio quesito è semplice, mi trovo a frequentare una palestra che come immaginerai (…), quindi come faccio a sopravvivere tra palestrati? Devo abbandonarmi all’idea di essere un orso per sempre?
Grazie per la risposta, il tuo grande fan Marco
Mi arrendo all’evidenza: noi gay abbiamo bisogno di etichettare la qualunque per riuscire a stare bene con noi stessi, quando in primis rigettiamo le etichette che il mondo etero ci affibia. Peccato che Sigmund Freud sia morto, in questi anni avrebbe un sacco di cose da dire. Ma cosa mi rappresenta voler diventare a tutti i costi dei palestrati? E perché, allo stesso modo, uno dovrebbe arrendersi al suo destino di orso? Prima che mettano in vendita le bambole di Fabry Veterinaria® cercherò di fare luce sulle categorie, chiedendo al gentile pubblico facente parte delle stesse di cambiare blog, e magari leggersi l’archivio dei miei Ask Fabry che è top.
Le palestronze, chiamate così dalle stupide passive sovrappeso come me, sono una categoria dalla quale dovremmo stare tutti lontano. Io con quelle che passano sette giorni in palestra a sudare, correre, riempirsi di bibite ricche di vitamine non ci voglio passare neanche un momento. Che poi se ne stanno tutte bagnate in sala pesi a fissarsi aspettando che uno dei due entri in sauna, e “Oh mio Dio, m’è caduta la saponeta!”. Sinceramente trovo oltremodo sgradevole il loro fissarmi dall’alto in basso solo perché io non sono in grado, ed è evidente, di percorrere più di cinquecento metri senza avere il fiatone. Ma chi ti credi di essere? Mentre tu quando sarai vecchio non potrai che rimpiangere i bei tempi in cui il tuo fisico sembrava quello di un Dio, io sarà dal chirurgo plastico che mi farà una faccia che CHER levati avendo risparmiato in gioventù i soldi dell’abbonamento in palestra. Quindi amici, diffidate da chi ha gli addominali scolpiti e il bicipite che parla: sotto queste vesti si celano delle persone cattive e meschine che non fanno altro che additarvi come le cesse della compagnia. Ovviamente la mia è tutta invidia, e i palestrati sono delle persone normalissime. Addirittura alcuni di loro si accoppiano con noi comuni mortali dando vita a figure mitologiche come le chimere. Per le orse invece il discorso è differente. Non si capisce perché, ma le orse in Italia debbono essere grasse. Nel resto del mondo sono semplicemente dei gay pelosi, muscolosi all’occorrenza, che in genere si accoppiano tra di loro e si muovono in branco. C’è anche tutta una classificazione animale ben specifica tra orsi, lupi e lontre che non stiamo qua a parlarne perché sinceramente non sono Licia Colò. Io delle orse so solo che si vestono con le camicie da boscaiolo, che sono pelosissime e che sono obese. E che soprattutto quando sono il loro compagnia mi sento Miss Universo.
Io però mi sono scocciato di parlare e gettare fango sui miti che la società ha creato, cedo la parola al mio compare Etan che ha preparato per noi due outfit esplicativi delle categorie.
Grazie per la linea Fabry!
È giunto per me il momento di analizzare queste due categorie umane, osservando quel che si trova all’interno dei loro armadi. Sebbene i due soggetti vestano in maniere differenti, il loro stile nasce dalla stessa madre machista. Per sfuggire allo stereotipo dell’omosessuale fashionista, Orsi e Palestrati cadono a pie pari nel clichè del maschione. Tutto dev’essere virile, funzionale e senza leziosità. Perché questi uomini duri non hanno mica tempo da perdere dietro allo shopping! Queste frivolezze le lasciano a Skipper, Teresa e le sue amiche! Non possono di certo rischiare di compromettere la propria personalità vestendosi come la moda vuole. Ed è così che finiscono per creare una vera e propria divisa personale. Ma la moda non perdona. Li aspetta al varco e riesce a tramutare il loro vestiario in trend stagionale! Grande moda! “You go, Moda!” cit.
Ora prendiamoli in esame singolarmente.
Come si veste un Orso? Da taglialegna dell’Oregon. Fine della storia. Come dicevo prima, questo look è stato saccheggiato dagli hipsters, ma detesto sottolineare di aver ragione e proseguirò punto per punto. Ecco cosa vi serve.
1) Una camicia a quadri. Non quadretti di Vichy eh!? E soprattutto che sia nei toni più scuri, vi raccomando! Che non vi salti in testa di prendere qualcosa nelle nuance del pesca o del malva! Sciagurate che non siete altro! L’Orso predilige i cupi toni delle foreste. Il verde muschio, il marrone delle cortecce e spesso il rosso falò.
2) Jeans informi e magari dall’aspetto malconcio. Non azzardatevi ad indossare qualcosa di aderente! Devono essere comodi! Insomma la scelta che fareste nel caso in cui doveste recarvi alla sagra della porchetta o per fare giardinaggio.
3) Le bretelle sono quasi d’obbligo. La cintura, si sa, è nemica della pancia prominente causata dalla birra. Quindi tenetevi su i pantaloni con questo utile stratagemma.
4) Si, lo so. Ti ho sentito! Quello è un accessorio da Leather Daddy! Ma io dovevo pur divertirmi in qualche modo. E poi, nelle foto delle serate Bear, qualcuno con questo reggipetto medievale senza coppe lo trovi sempre! Comunque se volete fare un figurone, mettelo sotto la camicia a quadri.
5) Al posto delle varie t-shirt con scritto “Roooar!” “Grooowl!” o con la stampa di una mega zampa d’orso, credo che niente posso suscitare più invidia nel vostro gruppo di amici barbuti di queste zampone. Più orso di così c’è solo prendere con la bocca i salmoni nei fiumi. Aspetta… sì, l’immagine ha una doppia valenza.
6) Uno dei pochi accessori concessi è l’orologio. Questo con l’orso che solleva i pesi ha la giusta dose di ironia e mi fornisce un gancio non indifferente per passare alla prossima categoria.
Mi preme però, prima di proseguire, fare un secondo il Troy McClure della situazione. Quindi se cortesemente la regia mi abbassa le luci e mi mette una musica da Pubblicità Progresso… ecco perfetto, grazie!
Il sottoscritto crede fermamente nello slogan “Grasso è bello”. Voglio dire, potrei mai remarmi contro? Tutto sono tranne che un fuscello! Un uomo massiccio ha molto fascino, forse di più rispetto ad uno secco e allampanato. Ma un conto è un po’ di sana panza, altro conto è l’obesità, una faccenda un tantinello più seria. Sebbene puntiate ad avere un ingaggio miliardario per “Chubby Bitches 4″, mollate quelle ali di pollo fritte per un attimo e pensate al rischio che correte. Le coronarie vi ringrazieranno.
I Palestrati hanno forse il problema opposto. La panza è loro nemica e il tempio del loro corpo è scolpito nel marmo. Ma have you ever heard about “Bigoressia”? Googlatelo se i bicipiti vi consentono di piegare gli avambracci per digitare sulla tastiera. Un corpo sano e tonico piace a tutti, ma non esagerate. Quest’ultimo consiglio in effetti è meno sentito causa rodimento di culo. Vi odio palestrati! Come fate ad essere così? Ah beh certo! Vi sfondate di allenamento e controllate l’alimentazione. Ma io questa voglia mica ce l’ho! Quindi mi tengo la panza, l’invidia e mi sfogo con questo outfit.
Se vuoi sembrare anche tu un vero manzo metropolitano, ecco cosa devi indossare:
1) Qualsiasi capo rubato di nascosto a G.I. Joe va benissimo. Io ho scelto questo toppino corto che mette in risalto pettorali e addominali. Anche se il vero trend è la canotta slandrona. Quella che non ti copre niente e quindi vai in giro con un fazzoletto addosso. Ovviamente per mostrare la muscolatura perfetta e i tatuaggi da finto galeotto.
2) Shorts fluo con spacchetti laterali. Concentrano l’attenzione sul vostro posteriore come un giubbetto segnaletico.
3) Ovviamente sneakers in tinta. Super tecniche e all’avanguardia. E brutte. Si signori, brutte! Più brutte delle Spasmodica che disegna Orlando Bloom in “Elizabethtown”.
4) Il palestrato non può rinunciare al jockstrap! E’ indossato da tutti i manzi dei film porno che preferisce! E lui anela ad essere come quelli li per farsi quelli li.
5) Altro accessorio/feticcio che arriva dal set di “Coach on the couch” è il calzettone di spugna. Questo reca con sè un messaggio forte e chiaro. Lo so che le vuoi! Sarai la star dello spogliatoio con quelle addosso!
6 e 7) Attingere a piene mani dall’armadietto del Soldato Jane è cosa buona e giusta se ti serve un look da maschio alfa. E niente trasuda più testosterone di un paio di occhiali specchiati e delle piastrine. Anche se non hai fatto il militare e sopra c’è inciso il bridge di “Toxic”.
Bene, anche per questa volta è tutto. Restituisco la linea a Fabry non prima di aver ringraziato lui ed il Signor Ponza per avermi concesso spazio all’interno di questa rubrica! Vi adoro! Se volete arrivare indenni alla prossima stagione di LFTFB, mandateli in nomination per i Macchianera Internet Awards 2013!
Alla prossima, E.
Sinceramente non capisco perché non ci abbiano chiamato ancora per sostituire Carla Gozzi ed Enzo Miccio. Ringrazio, come sempre, Etan per il fondamentale contributo alla rubrica senza il quale non avremmo nemmeno una rubrica. Vi invito caldamente a visitare il suo blog, e mi invito a smetterla di mettere link in questo post che ho rotto i coglioni. Ci vediamo giovedì prossimo con Fabrypedia!
“It is absurd to divide people into good and bad. People are either charming or tedious.” – Oscar Wilde
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