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La faccenda si allarga

Creato il 03 giugno 2011 da Astonvilla
LA FACCENDA SI ALLARGAE perché il gioco sarebbe peggiore di un qualsiasi altro mezzo di far denaro, per esempio, magari del commercio?» La filosofia del giocatore di Fedor Dostoevskij avvolge perfettamente «un personaggio centrale» - la definizione è del gip – dell'inchiesta sulle scommesse proibite. È Marco Paoloni, classe 1984, portiere «dalla maniacale propensione al gioco» - tra gennaio e marzo punta on line 41 mila euro - che corrompe in nome dell'organizzazione, «avvelena» i suoi compagni, gioca al calcio per perdere la partita e vincere soldi. Che gli servono per scommettere e ripianare debiti. E quando a un certo punto va male, diventa vittima del meccanismo: deve soldi alla cricca e alle banche. Al telefono con Massimo Erodiani, il tabaccaio, considerato tra i capi della banda di scommettitori, Marco il 14 gennaio appare ancora tranquillo. In ballo c'è l'imbroglio su Spal-Cremonese: «...sicura al 100%».
Ma la partita non andrà come doveva. E a questo si aggiunge l'inchiesta. Marco si agita: «Che cazzo è successo?» gli chiede Erodiani al telefono, e il portiere «no eeeh... per la storia deeee... de... dell'avvelenamento... no stanno a chiamare tutti quanti...»; Erodiani sottovaluta: «... va boh... quindi niente di...», ma Marco insiste «...mi hanno dettooo... che ci abbiamo tutti i telefoni sotto controllo ...». Il nome del portiere, prima della Cremonese e poi del Benevento, compare in 11 dei 20 capi di imputazione: oltre che di associazione per delinquere e avvelenamento dei compagni, Paoloni è accusato di aver tentato di corrompere i difensori della Cremonese perché la sua squadra perdesse con la Spal; a febbraio, con 50 mila euro dell'organizzazione, da portiere del Benevento avrebbe dovuto corrompere 5 giocatori del Viareggio; con 100 mila avrebbe fatto in modo che la partita della squadra campana finisse 3-1 contro il Cosenza e avrebbe combinato perché anche Taranto-Benevento del 13 marzo fosse truccata. È sempre lui che dice a Erodiani di aver preso contatti con alcuni giocatori del Lecce perché subiscano almeno tre gol dall'Inter. Il gruppo degli «Zingari», però, prima di mettere i soldi vuole vedere due «attori». Erodiani lo comunica a Paoloni: «...tu ci riesci a fare un miracolo del genere?».
No, Paoloni non riesce. La partita giocata il 20 marzo, su cui l'ex attaccante della Nazionale Beppe Signori, ora agli arresti domiciliari, scommette e perde 150 mila euro, finisce solo 1-0 per i nerazzurri. Paoloni millantava? Lo pensano gli inquirenti per un altro incontro di serie A, Genoa-Roma, perso dai giallorossi 4-3, dopo essere stati in vantaggio per 3-0. Partita nella quale De Rossi, che Paoloni citerebbe, non giocò in quanto squalificato. La Roma non commenta.
Anche Benevento-Pisa, 21 marzo, non si concluderà con almeno 4 gol nonostante i 40 mila euro stanziati dalla banda; per Siena-Sassuolo (4-0 come previsto), Paoloni deve contattare un giocatore del Sassuolo per poi allargare la corruzione ad altri. Infine le papere, ricostruite con l'incrocio dei tabulati telefonici e lo studio delle immagini tv: durante Cremonese-Spezia del 17 ottobre il portiere perde tempo nel recuperare la palla permettendo agli avversari di segnare e il 21 febbraio consente al Monza di pareggiare 2-2.

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