Ieri sulle pagine de "il Giornale", Paolo Guzzanti, giornalista e deputato di "Iniziativa Responsabile", nuovo gruppo parlamentare nato nei tumultuosi giorni del voto di sfiducia al Governo Berlusconi, tesseva le lodi della sua compagine, sorta a suo dire per evitare "l'enorme e ingiustificato danno delle elezioni anticipate, da cui potrebbe uscire soltanto un Parlamento ancor piu' radicalizzato e incapace di offrire un governo ai cittadini". Dal che si potrebbe dedurre che l'onorevole abbia, insieme ad un manipolo di parlamentari, salvaguardato quello che reputa essere il migliore dei governi possibili. Ma nel suo fine ragionare Guzzanti non ritiene affatto questo e non risparmia critiche a Berlusconi sia nel merito delle scelte (o meglio dire non scelte) politiche sia nel modo in cui atuocelebra la sua persona da ormai troppi anni. Il punto focale però è un altro. Auspicandosi che il gruppo dei Responsabili divenga laboratorio politico che si dia il compito di sferzare il cavallo del centrodestra per rinverdire quella "rivoluzione liberale" a cui crede ormai solo lui, Guzzanti esorta i suoi nuovi colleghi di gruppo a non "fornire carbone alla fornace dei derisori" chiedendo e pretendendo posti di governo e sottogoverno. Confondendo mirabilmente causa ed effetto, per Guzzanti è come se i poveri "responsabili" fossero stati indotti dalla marea di dicerie sulla loro voglia di potere e sui loro veri obiettivi, a chiedere poi un compenso per aver salvato Berlusconi dalla sfiducia del Parlamento; quasi che a forza di sentirsi dire che erano dei mercenari poi il gesto di mostrare il conto sia venuto naturale.E così accade che Maria Grazia Siliquini entra ad aprile nel CdA di Poste italiane, Francesco Saverio Romano diventa ministro dell'agricoltura in barba alle riserve espresse da Napolitano per i procedimenti penali pendenti sul neoministro, indagato "soltanto" per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra, e molti altri si stanno accapigliando per posti da sottosegretario, da vice ministro, e per poltrone varie in qualche CdA dell'Enel, di Finmeccanica, oppure in qualche Asl o Fondazione Bancaria.
La realtà purtroppo è questa, non quella che vorrebbe legittimamente l'onorevole Guzzanti. La vera storia dei Responsabili (come la chiama lui) è che di responsabile hanno ben poco, che personaggi come l'autore di Mignottocrazia, con il loro senso critico e il loro ideale liberale, sono mosche bianche in seno a questa nuova formazione parlamentare come in seno all'intero paese; mosche bianche che continuano a credere, o per meglio dire a sognare, di poter essere parte di un centrodestra liberale politicamente e culturalmente valido, e invece si ritrovano a seguire da anni un personaggio che fonda il suo consenso solo sul mercimonio, un personaggio incapace di governare, incapace di accettare il gioco democratico, incapace di concepire la divisione dei poteri dello Stato come esempio di democrazia e non di regime, incapace di non pensare ad altro che ai suoi interessi economici e anche, come vediamo da molto tempo, incapace di gestrire la sua persona. Un incapace.