La famiglia cos'é?
Creato il 21 aprile 2015 da Fernando
@fernandomartel2
L'istituzione più diffusa, probabilmente la più antica, l'utero in cui nasciamo e viviamo, si é persa nella confusione della società moderna post-industriale? In realtà é ben chiaro a tutti che, fino a poco tempo fa, nascevamo tutti da una famiglia fatta di un uomo ed una donna, sposati regolarmente in municipio e in chiesa, che generavano figli. Questa è la famiglia da cui veniamo e in cui viviamo coloro che dialoghiamo su questo argomento, ma ci rendiamo conto che non è più così da molto tempo. Esistono gruppi similfamigliari costituiti, che non hanno più questa caratteristica; da molti anni ci sono più coppie non sposate, che per la loro composizione eterogenea, non hanno una definizione comune. Si è cominciato con il superamento del matrimonio civile nei confronti di quello religioso, il quale pretendeva di legare due individui addirittura per l'eternità e si è finiti a ritenere che una famiglia possa essere un qualsiasi gruppo indefinito di persone che decide di stare insieme, convivere presso uno stesso indirizzo, sostenendosi a vicenda nelle necessità quotidiane e vantando la libertà di potersi amare anche omosessualmente. La famiglia di oggi, non è più codificata (da tempo) da un coniugio e da una consanguineità. Si ritiene famiglia quella di due, o più persone, che decidano di convivere anche dopo un divorzio, con figli non consanguinei , almeno per uno dei patner. Famiglie che potranno avere figli e ri-scomporsi per riformare ancora nuovi gruppi, ma sempre famiglia é! Famiglia vuole essere considerata, l'unione omosessuale che pretende perfino di poter generare i propri figli in vitro o con uteri in affitto, cosa non prevista ( per ora) nel nostro Paese, ma che di fatto esistente come negli altri stati europei, poiché se una coppia omosessuale si reca in fuori dell'Italia ad affittare un utero o per una fecondazione in vitro, dopo la nascita del piccolo lo riconosce, come figlio in Germania, al ritorno qui, il Comune é obbligato a registrarlo come figlio della coppia. Ed ecco che per un cattivo senso della democrazia, per evitare l'accusa di omofobi, retrogradi ed altro, ci poniamo in quella posizione disagevole di essere persone che hanno una famiglia "normale", intendendo con questo, una famiglia old style come quella dalla quale proveniamo, ma ci pronunciamo per la libertà di ognuno di formare il proprio gruppo come vuole, facendo finta che non ci interessa porre noi dei limiti alle interpretazioni di ognuno di farsi i "cavoli propri". Qui parrebbe proprio che "Ognuno a modo suo" sia più di una scritta sul campanile di un piccolo Comune montano di questa valle. Io non credo che questa sia una cosa che mi trovi molto d'accordo. Non ho mai avuto modo di incontrare, almeno consapevolmente, delle persone dichiaratamente omosessuali o tipi di famiglie simili. Ho, personalmente, costituito più "famiglie" nella mia vita. Non sono mai stato sposato col rito religioso per una mia riottosità verso le chiese (non faccio passare la mia fede da uno dei negozi che vendono il credo) ma ritengo fondamentali che una società, come una famiglia, sia regolata da definizioni precise di convivenza civile. Direi che il mio bisogno di riconoscermi in una società, di far parte di una comunità,, mi porta a mirare ad un ruolo ben definito. La mia vita, tutta la mia storia, é stata improntata alla difesa dei più deboli, ma non riesco (neanche forzandomi) a qualificare "diritti" quelli che ognuno vorrebbe "a suo modo". Io cancellerei quella scritta su quel campanile. Lo avrei fatto sin dalla prima volta che l'ho letta. Abbiamo bisogno di una maggior condivisione, non del contrario. Questo modo ci ha portato dove siamo oggi e non credo che ci siano molti di noi che siano felici di essere qui. Diritti e parità di opportunità per tutti, ma che necessità c'é di chiamare "Famiglia" la convivenza di esseri umani che scelgono una vita di solidarietà differente, quand'anche affettiva, sessuale? Si chiami Comune, Gruppo, si riconoscano ai suoi membri i diritti di cittadini come tutti, ma che c'entra la procreazione in vitro o perché consentire a due uomini o donne, che scelgono di vivere un rapporto omosessuale, poi di voler riprodurre una vita come fosse una cosa "naturale"? Come possiamo pensare che a qualcuno, prima perseguitato e deriso, sia oggi possibile concedergli di sentirsi uno e trino? In questo vicolo scuro ci ritroviamo tutti per volere di chi fa esperimenti sulla vita sotto l'ombrello della ricerca scientifica, contro la quale è difficile pronunciarsi per non apparire bigotto e retrogrado. Ma io non ho una verginità da difendere o da perdere, sono convinto che alcune cose non vadano concesse al "progresso" che macina tutto in nome di un progresso che sta distruggendo il mondo e l'umanità.
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