La famiglia di Lamberto Sposini fa causa alla Rai per l'ictus

Creato il 09 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Lamberto Sposini e la sua famiglia ora trascinano la Rai in tribunale. Viale Mazzini rischia di finire alla sbarra per quell'emorragia cerebrale che nel 2011 colpì il giornalista costringendolo dopo il coma ad un lunghissimo calvario riabilitativo. Come racconta Panorama i famigliari di Sposini si chiedono come sono stati gestiti i primi soccorsi, se la gravità della situazione è stata subito compresa dai medici della Rai ed è stata segnalata tempestivamente al 118 e soprattutto quanto ha influito il ritardo sugli effetti dell'ictus che lo ha colpito. A queste domande, da giovedì 19 dicembre, è chiamato a rispondere il giudice del lavoro di Roma. Sotto accusa sono finiti i due medici che hanno soccorso Sposini per primi, il coordinatore del servizio sanitario della Rai e la stessa Rai. L'azione legale è stata promossa dalla figlia di Sposini, Francesca, 41 anni, e dall'avvocato del giornalista.
Sui primi soccorsi prestati a Sposini quel 29 aprile 2011 è giallo. L'ambulanza del 118 secondo i famigliari di Sposini sarebbe arrivata in via Teulada con ben 40 minuti di ritardo, inoltre il medico della Rai sarebbe arrivato a dare i primi soccorsi circa "un quarto d'ora dopo il malore del giornalista". Inoltre i legali della famiglia Sposini hanno rilevato che il medico della Rai, il primo a visitarlo era un odontoiatra. L'avvocato d'Amati fonda la causa sul dovere del datore di lavoro di garantire al lavoratore soccorso e assistenza tempestivi, e "sull'esistenza di una collaborazione coordinata e continuativa" fra Sposini e la Rai, "che di fatto lo rende equiparabile a un dipendente".
L'azienda però respinge ogni accusa di negligenza. La Rai invece nega l'esistenza di un rapporto di dipendenza, definisce "corretto" il comportamento dei medici e, sulla base di una perizia medico-legale di parte, afferma che in incidenti come quello di Sposini è sconsigliato l'intervento chirurgico prima di quattro ore. Insomma ora la parola passa al giudice del lavoro. Intanto Sposini continua, a fatica, il suo ritorno alla vita.

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