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La famiglia nel pozzo.

Da Suddegenere

Francamente oggi non trovo le parole, e invece se ne dovrebbero usare tante, come macigni….

La storia della giovanissima Sarah mi pare un orrore dall’inizio alla fine: dalle insinuazioni della stampa (fujtina con moroso, ragazzina “troppo” sveglia), alla situazione familiare (la zia, la cugina-amica del cuore sapevano e hanno taciuto?), alla mamma che ieri è rimasta impietrita  mentre le veniva comunicato in diretta tv che era stato ritrovato il corpo della sua bambina uccisa dallo “zio” reo confesso, alla notizia che l’assassino non si è “accontentato” di uccidere ma ha voluto “possedere” a tutti i costi, un ultimo sfregio ad una giovane vita che non c’è piu’…

E’ stata uccisa una ragazzina, non da uno sconosciuto, non da un extracomunitario, non da un cultore dell’islam.

E’ stata uccisa una ragazzina per aver rifiutato le profferte sessuali di un uomo che da tempo la molestava, per averlo respinto per l’ennesima volta, per la paura che finalmente Sara rivelasse alla mamma, o a qualcun altro, quanto accadeva nella casa degli zii.

E’ stata uccisa una ragazzina ed io non trovo le parole, ma Anna Pascuzzo si:

“”La famiglia buttata in un pozzo.

Da sempre, da quando son venuta al mondo di sicuro, ma già da prima si diceva che la famiglia fosse il «nucleo fondante» della società, la “cellula primaria” di essa. Poi, proprio quella cellula capace di creare, riprodurre, plasmare, educare, formare, condurre per mano i suoi figli nella società, per la società, per agire al suo interno con la capacità di chi capiva che quanto più educava il proprio nucleo familiare al bene e al giusto, tanto più la società diveniva buona e giusta, ha permesso che si diffondesse un luogo “assai comune” e cioè che la famiglia fosse lo “specchio” della società, dovesse riflettere al suo interno di piccolo mondo, microcosmo lo si definì, tutte le peculiarità del mondo più vasto rappresentato da quel “corpo a sè stante” che era la “società”, un microcosmo che rifletteva un macrocosmo.

Alla famiglia dunque non spettava più il ruolo di “cellula fondante” la società, ma di “spugna assorbente” la società.

Io non so dove finiremo, so però dove stiamo andando con un’impostazione del genere.

Tutti parlano di “famiglia” senza capire che la famiglia è diventata un “mostro”.

Ascoltate, non prendetemi alla lettera, il “mostro” di cui parlo io è più violento di quello che il termine stesso rivela. “Mostro” nel significato originario, è l’apparire, il manifestarsi, il mostrarsi improvviso di qualcosa di stra-ordinario, fuori dal comune.

Beh, ora io mi domando: non è forse “mostruoso” che, in una società familiare, uno zio uccida e violenti sua nipote ? Non è fuori dall’ordinario che uno schifoso criminale, non pazzo o malato, le parole hanno un senso e i pazzi e gli ammalati sono ben altra cosa, commetta un simile reato nell’ambito di quel che una volta doveva essere il “nucleo fondante della società”, la cellula che riproducendosi generava e formava nuovi esseri umani al rispetto del mondo.

Ma di che stiamo parlando ? Di quale famiglia parlano quelli che ogni minuto e ovunque la citano come “vessillo” per una “pratica politica migliore dell’altra? A quale famiglia fanno riferimento il Papa, i politici di destracemtrosinistra, i mass media, gli intellettuali, i signori della pubblicità alla “mulino bianco”…

Mi risolve qualcuno quest’arcano, per favore ?

Quando tirate in ballo l’importanza della famiglia, fate riferimento a quella che avrebbe dovuto “formare” cittadini migliori per una società migliore o a questa che i cittadini li stupra e poi li butta in un bel pozzo dove la società s’abbevera ?”"

La famiglia nel pozzo.
Ed ora la ministra Carfagna ha intenzione di costituirsi parte civile al processo contro l’assassino di Sarah Scazzi oppure le famiglie italiane non si “toccano”?

(vedi qui : femminismoasud )

Sabato 9 ottobre ore 20,30 anche se non trovi le parole tutte e tutti a Novi per dire BASTA FEMMINICIDIO

vedi qui appello di  Doriana Goracci


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