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La fashion philosophy di Lamberto Petri

Creato il 26 ottobre 2012 da Harimag

Lamberto Petri lo ricordiamo tutti al MadeinMedi 2012 nella splendida cornice di Noto e, rintracciato nuovamente, abbiamo parlato un po’ con lui di lui!

Lamberto Petri lo definirei un po’ il Filosofo tra i fashion designers emergenti poiché crede profondamente in una certa fonte filosofica su cui la moda poggia. Pensa che la moda possa rendere liberi il designer o couturier nel sprigionare la propria filosofia di vita con la creazione di capi unici ed inimitabili perché essenza dei loro pensieri.

La fashion philosophy di Lamberto Petri

Petri è convinto che nel percorso formativo da compiere per diventare un designer professionista ci si debba confrontare con culture e società differenti. Mettersi in gioco fuori dal Bel Paese dà la possibilità ad i giovani di credere ancora di più nelle proprie capacità perché al contrario dell’Italia, come sostiene Petri, la meritocrazia esiste e “figli e nipoti di” non godono di nessun privilegio perché la ricchezza del futuro non sono solo alcuni giovani, ma tutti!

Nei capi firmati Petri non c’è la presenza unica di tradizione o presente, ma una contaminazione di epoche e mode dal riconoscibile stile by Petri. Lui mischia, aggiunge, leva e rimodella gli anni, le vecchie passerelle ed i nuovi must per creare capi attuali. E nell’attualità delle sue collezioni si trova anche l’intercultura arricchita da usi e costumi di popoli lontanissimi per ricavarne concetti nuovi da applicare e ricreare nei suoi abiti.

La fashion philosophy di Lamberto Petri

Parlando un po’ della sua moda, si chiacchiera di tessuti e colori preferiti, come il nero e il crepe, e della differenza tra i concetti di commerciabilità e commerciale per un capo. Un designer per garantire la commerciabilità di un capo deve assicurare la praticità e la sua versatilità ma deve evitare di creare collezioni commerciali esaltando l’estro, la sperimentazione e l’individualità, attraverso l'uso di colori fuori “trend” di stagione, accoppiamenti di fantasie, giochi di tagli e sbiechi sperimentali.

Prima di presentare la sua ultima collezione a Parigi in uno spazio dedicata nel Marais con un feedback invidiabile soprattutto da parte degli stranieri, che si sa che per la moda italiana impazziscono, Petri ha avuto l’occasione, insieme ad altri 23 talentuosi designers, di collaborare con D&G; per Spiga2. Il progetto Spiga2 è l'unico, promosso da un marchio 100% Italiano come il loro, ad aver aperto le porte a giovani talenti da tutto il mondo, capendo l'importanza dei giovani e delle loro idee. Questa esperienza ha permesso a Petri di sfilare a Kiev e di catturare l’attenzione della stampa che lo ha definito "ribelle e concettuale", permettendogli di diventare famoso in tutto il mondo.

La fashion philosophy di Lamberto Petri

Di progetti e sogni nel cassetto Lamberto Petri ne ha tanti, dalla progettazione della collezione uomo all’apertura di un suo concept store dove moda, arte e sperimentazione si incontrano; e per finire vorrebbe che arte e moda confluissero tutti in un’unica fioritura, sperimentando la tecnica stampa injeckt, riunendo artisti italiani per creare capi che sì sono forme d’arte ma sono anche indossabili!

Ho deciso di copiare l’ultima domanda con risposta a seguito che a tutti i futuri fashion designers sono certa sarà utile e fonte d’ispirazione:

- Consigli da dare ai giovani stilisti?

Seguite l'istino. La moda è in primis creatività. Ci vestiamo per “belli apparire”: la parte decorativa costituisce l'80% del motivo per cui l'essere umano si veste. Date quindi spazio alla vostra fantasia, lasciate che le idee, anche quelle più “strampalate”, si concretizzino. La moda è anche fruibilità e vendibilità, quindi imparate da soli a calibrare la fantasia e sapere quando sarà il momento giusto di fermarsi e aver creato così l'abito perfetto. Siate unici nel vostro genere: non si crea moda ma si crea un genere, uno stile. La moda passa, lo stile resta. Il mercato è frazionato in tantissimi generi e sottogeneri, nascono fenomeni che fanno fatturati altissimi e muoiono dopo 3 stagioni; stilisti sottoposti a rinnovamenti di case di moda oramai passate che falliscono nonostante la loro capacità di rinnovamento; talenti sprecati solo perché non hanno la stampa che spinge il loro operato.

Volete diventare stilisti?Cercate di portare avanti la vostra idea, non copiate lo stilista del momento, rendete i capi il più personale possibile secondo il vostro stile, qualunque esso sia! E ricordatevi però che la difficoltà sta nel rimanere riconoscibili, di stagione in stagione, pur rinnovandosi (perché ahimè il tempo va avanti per tutti!).


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