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- La favola del cinema italiano: ci meritiamo Moretti, Sorrentino e Garrone?
Sarà forse una questione di nome. Sarà una questione di diverso appeal. Ma i fatti parlano di un evidente gioia e tripudio per Rossi-Dovizioso-Iannone, che "con la loro impresa tengono alto il nome dell'Italia, orgoglio nazionale almeno per un giorno". Eppure, se a questi nomi si sostituiscono Moretti-Sorrentino-Garrone, quasi cala il silenzio. O peggio, i detrattori escono allo scoperto, come sempre, inopportuni. Non che non si debba andare fieri di un ragazzo che a 36 anni riesce ancora a fare mirabolanti imprese sulle due ruote, ma il trio di registi sono stati da poco annunciati in concorso al prossimo Festival di Cannes, non certo una rassegna di quartiere. Eppure questo non basta. Inoltre, era da 20 anni che a Cannes non venivano presentati 3 film italiani in concorso, ma anche questo, evidentemente, non interessa.
Nanni Moretti ha già commosso, emozionato e stravolto con Mia madre, ultima fatica del regista che regala al pubblico una storia vera, forte, sincera, raccontata con una delicatezza e un tocco quasi poetico, nonostante la drammaticità degli eventi in scena. Moretti dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere autore di spessore, regista sapiente capace di toccare il cuore e l'anima delle persone, sfuggendo da una facile retorica arrivando a far emergere sentimenti veri dalla sua pellicola. Mia madre è un viaggio intimo, in cui allo stesso Moretti e Margherita Buy, va ad aggiungersi un John Turturro fantastico, capace di ipnotizzare con un monologo sul rapporto tra cinema e realtà. Il box office per ora gli dà ragione, sperando sia un cambio di tendenza. Film di cui abbiamo solo visto un teaser è di Paolo Sorrentino. Invece di prendere appunti, la gente ha iniziato subito a sputare sentenze, definendolo come "La Grande Bellezza 2", "Film pessimo" e "Ripetitivo". Lo stile e la colonna sonora sono simili, è innegabile, ma si tratta di poetica autoriale e raramente si è vista un'intensità simile in un teaser (neanche un trailer, un teaser), intriso di qualità fotografica di livello assoluto, che naturalmente lascia ben sperare per l'esito definitivo. E infine Matteo Garrone, che a Cannes ha conquistato il Grand Pix sia con Gomorra (2008) che con (2012) e che ora si stacca dalla realtà della sua Napoli per addentrarsi, con il suo primo film in lingua inglese, nel mondo fantasy, che molti hanno accumunato a Il Trono di Spade, senza sapere che Il racconto dei racconti è una pellicola a episodi, adattamento cinematografico di Lo cunto dei cunti, scritto nel 1600 da Giambattista Basile. Dal trailer alcuni espedienti visivi possono essere simili, ma estrapolarli da un contesto per esprimere giudizi a priori resta comunque rischioso e spesso controproducente, oltre che indice di supponenza. Sono anni in cui ci dicono che il cinema italiano è da buttare, che non c'è nulla di salvabile e che tutto ciò che arriva dall'estero è sempre e comunque meglio. Che sia questo il vero racconto dei racconti?