

Il pacchetto, approvato sotto fortissime pressioni da parte della Germania, ha quindi come intento quello
di forzare alcuni paesi (vedi Italia, Grecia e Spagna) ad attuare delle politiche di smantellamento della spesa pubblica e sociale. Sotto la spinta dello spauracchio dei default del debito sovrano la Germania ha preso la palla al balzo per far inserire la regola del pareggio di bilancio nelle costituzioni dei paesi europei. Una norma che significherà enormi sacrifici per quei paesi che fanno un ampio utilizzo del debito per finanziare il welfare (sanità, pensioni, servizi pubblici, scuola).
È sotto gli occhi di tutti il salvataggio della Grecia garantito a costo di barattare lo stato sociale a favore di selvagge liberalizzazioni e privatizzazioni. Perché queste regole possano generare benefici senza troppi sacrifici è stato calcolato che la crescita del pil debba attestarsi al 2,5. Questo numero è però destinato a rimanere una pura utopia in quanto, come un cane che si morde la coda, le politiche di forte austerity imposte dalla Germania fanno avvitare le economie verso la recessione. Secondo Banca d’Italia il pil italiano nel 2012 subirà una contrazione in termini reali dell’1,5 per cento. Questo dato ha come risultato quello di aumentare deficit e debito rendendo quasi impossibile raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 e l’applicazione della seconda regola del fiscal compact. Per diminuire il rapporto pil/debito pubblico, in situazione di crescita col segno meno, è prevista una sola opzione: un’altra manovra lacrime e sangue da far pagare ai contribuenti. source
Visto quello a cui andiamo incontro la CRESCITA.... sarà solo una bufala
