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E' questa la favola che ieri il vicepremier nonché Ministro dell'Interno ha raccontato alle Camere ed alla quale la maggioranza di governo fa fatica a voler credere.
Ieri a difendere Alfano c'era soltanto il Pdl. Il Pd ha invece mostrato un forte disagio a credere alle parole del Vicepremier anche se nessuno tra i democratici gli è andato contro. Ed è proprio questo il punto: prevarrà per l'ennesima volta la ragion di Stato oppure no? Il Pd crederà anche a questa favola?
Una favola smentita dal capo di gabinetto dello stesso Alfano, Giuseppe Procaccini, dimessosi proprio ieri dal suo incarico, il quale ha immediatamente detto che di tutto ciò che stava accadendo aveva avvisato il Ministro Alfano.
Secondo Alfano però, di tutto ciò che stava accadendo sul suolo italiano nessuno, del nostro Governo, sapeva niente. Paradossalmente invece sapeva tutto il Governo del Kazakistan che è riuscito a sequestrare e rimpatriare in Kazakistan la moglie di Ablyazov, Alma Shalabayeva, e la figlia di 6 anni.
E quindi a pagare non è il piano politico, ma il piano operativo: cadono le teste del prefetto Giuseppe Procaccini e del capo segreteria del dipartimento Alessandro Valeri.
Ecco la foglia di fico dietro la quale si vogliono coprire le vergogne alle quali Alfano ha sottoposto l'Italia, di una vergogna che invece è sempre più politica.
Le dichiarazioni del Ministro dell'Interno sono un tentativo, sempre più patetico, di come la politica vuole sfuggire dalle proprie responsabilità e questo rende ancora più vergognoso agli occhi del mondo l'atteggiamento del nostro Paese per quanto è avvenuto.
Se il Parlamento, per la solita ragion di Stato, dovesse accettare la tesi proposta da Alfano si renderebbe corresponsabile del dittatore kazako e delle sue pratiche inaccettabili.
Alfano deve dimettersi e se non lo dovesse fare autonomamente tocca al Parlamento dimissionare il Ministro dell'Interno e se questo dovesse portare alla caduta del Governo Letta gli italiani se ne faranno una ragione.
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