In tutta la storia della cultura occidentale ci sono pochi racconti seducenti e strazianti come quello di Eros e Pische, il cui valore maggiore è forse quello di essere capace di parlarci ancora di varie dimensioni umane che non hanno perso intensità con il passare del tempo. Venne consacrato nel II secolo della nostra era come delicato monumento letterario, a partire dalla versione scritta inserita ne L’Asino d’oro di Apuleio, anche nota come Le Metamorfosi, in cui occupa forse non casualmente un posto centrale e in cui si riflettono vari aspetti fondamentali dell’avventura e del viaggio spirituale iniziatico del protagonista, i cui echi sono ampiamente presenti in buona parte del folklore e della mitologia europea, dalle favole popolari svedesi a trasmissione orale ai racconti delle fatiche di Ercole, tanto per fare un paio di esempi.
In un piano più filosofico andrebbe anche menzionato la sua forte presenza in alcuni dialoghi platonici, caratterizzati dalla discussione sulla natura dell’amore, la pazzia, il desiderio e l’innamoramento, come Fedro e Il Banchetto, che si annoverano tra i più squisiti di tutta la produzione filosofica greca in fatto di stile.
Ma è nella successiva tradizione neoplatonica ermetica in cui il mito di Eros e Psiche acquisisce più rilevanza, attraverso l’identificazione di Psiche con l’anima, l’alito e la scintilla divina, separata per mezzo della materia dalla sua vera dimora, alla quale potrà tornare solo realizzando una terribile attraversata colma di pericoli e fatiche, per reintegrarsi alla fine nella sfera divina.
Data l’importanza nella storia della nostra cultura di questa favola di amore, terrore, gelosia, desiderio, erotismo, viaggio all’inferno e reintegrazione dell’uno con il tutto, in cui la curiosità ha forse il ruolo essenziale ed è il motore principale, non è strano che che nel corso dei secoli abbia trovato diverse forme di espressione artistica. La più famosa di tutte è forse la bellissima scultura di Antonio Canova che si può solitamente ammirare al Museo del Louvre ma che in questi giorni si trova a Roma come parte della mostra “La favola di Amore e Psiche” ospitata nel magnifico Castel Sant’Angelo, fino al prossimo 10 giugno
http://www.romatoday.it/eventi/mostre/mostra-amore-e-psiche-castel-sant-angelo-16-marzo-10-giugno-2012.html
Divisa in quattro sezioni diverse, che hanno come parte centrale la recente restaurazione dei magnifici affreschi ispirati al mito realizzati da Perin del Vaga per Paolo III nel XVI secolo, la mostra offre un accattivante percorso sull’influenza di Eros e Psiche sull’immaginario artisico occidentale, dall’antichità fino ai nostri giorni, attraverso oltre cento opere provenienti da alcuni dei più importanti musei italiani.
Paul OilzumSe affitta appartamenti a Roma forse desdiera percorrere le sale di questo straordinario edificio per provare la fascinazione, l’estasi e il tremolio luminoso proiettato da queste magnifiche opere.
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