Oggi, proprio alla vigilia, è nato il bambino dei miei vicini di casa.
Il mio sorriso è più forte della mia faccia.
Una nascita abbatte una morte, si sa. E poi ci sono le ramificazioni del paese, le foglie carezze, le siepi corone, e cento persone in ogni angolo a ricordarmi che ci sono, che sono al sicuro.
Rimane solo una questione, da sciogliere, un nucleo spugnoso che scalda come il fuoco del centro del pianeta.
Brucia ogni opinione, ogni certezza di scorie morte e mi crocifigge il misero che restava attaccato alla coda.
Ogni volta che arriva, lo lascio affluire, si versa sulla pagina.
Qualche volta è mosto, qualche volta vino.
La pazienza lo fa crescere come lievito: chiede solo che si perfezioni il continuo ricordo del suo diritto a nascere.
Occorre essere accoglienza. E se le lancette si divaricano in fretta, correndo oltre il cancello, ordinare al bianconiglio di baciarle: l' ha ordinato il Dottore.
Un matrimonio di cui mio padre non vuole occuparsi. Il principe azzurro è Amedeo Nazzari. Una donna arcana mi dà due torte da mettere in forno e Alice è vestita principescamente.
Pulisco in continuazione il camino dalla cenere degli amici invisibili.
Il passato è solo un ponte levatoio; dalle feritoie vedo arrivare nuovi fratelli: basta crederci forte e girare tre volte in tondo dopo avere sputato per terra sul prato, e loro prenderanno corpo, e mi offriranno un tè.
Non è guerra: è resa.
(immagini di Luigi Ghirri)