Il mix è imponente: note floreali e note speziate si rincorrono tra la testa e il cuore, e il fondo è uno strato di vetiver, patchouly, muschio di quercia e ambra grigia. Non è un profumo da tutti i giorni, come un gioiello bellissimo da tirare fuori dalla cassaforte solo nelle occasioni speciali. Eppure The Party in Manhattan non va tenuto chiuso in cassaforte! Guardate che bel packaging:
Pensate che di queste boccette esistono delle versioni decorate con diamanti - addirittura il flacone in versione pavé nel momento in cui stavamo parlando faceva bella mostra di sé al quinto piano dei magazzini Harrod's, dove Roja Dove, che lo porta regolarmente, lo esibisce come una vera opera d'arte olfattiva e visiva.
The ten party, invece, è il corrispettivo maschile di questa fragranza. Mi ricorda un uomo ben rasato, con una giacca sportiva di velluto e una sciarpa di cachemire.
Entrambe sono fragranze che parlano a quello che non siamo più, così adulati dalla facilità con cui le mode cambiano, ma che potremmo anche essere, se riuscissimo a distinguere la qualità di ciò che non tramonta.
E ora, siete pronti per un salto a Parigi?
The party in Paris ci porta direttamente nella Belle Epoque, tra corsetti, cipria, can can scatenati e poeti maledetti.
Rosa e violetta la fanno da padrone nella piramide olfattiva di questa fragranza, riscaldata e resa persistente dalla vaniglia, dal muschio e dall'ambra.
Sembra di vedere le ciglia che sbattono e vedere le sottogonne di tulle che frusciano.
Preferite sentirvi fate dei boschi? The Garden Party vi propone non una, ma quattro varianti: tuberose, frangipane, iris e wistaria, provenienti dalle essenze naturali, come si faceva una volta e come la profumeria artigianale continua a fare anche adesso, perché ci sono gesti di cui evidentemente non si può fare a meno, neanche nel mondo moderno, se vogliamo continuare a parlare di alta qualità.