Ho scarabocchiato qualcosa sulla felicità, tra un tassello e l'altro, tra una pizza e un bacio, una chiacchiera e una discesa a mare, senza fretta tanto per dire la mia, un po' per sdrammatizzare un po' per drappeggiare questi spazi sterminati che ultimamente fatico a riempire. Non è una crisi letteraria che mi perseguita, quanto una sensazione d'impotenza che attanaglia le mie emotività e lascia strascichi ad ampio raggio, nei meandri della mia mente si intersecano troppe variabili. Non avendo confidenza con la parte matematica, mi diletto con quella voluttuaria, però se uno studio dell'università di Maastricht concentra tempo e risorse per la ricerca della curva, io mi ci tuffo in piega come in un circuito di motoGP. La curva nello specifico parla di felicità e farfuglia qualcosa in merito agli anni, come se i numeri possano intrappolare o spiegare, come fa il PIL quando si parla di economia, in poche parole distoglie l'attenzione e gira al largo dal chiarire qualcosa. Forse è un po' così che gira il mondo, tra numeri e spiegazioni, lavoro e problemi, guerra e cibo, politica e religione, tralasciando la sostanza. Le soddisfazioni personali le cerchiamo sempre nelle materialità perché ci piace toccare con mano, guardare, mostrare a noi stessi e agli altri, perché in fondo è quello che ci insegnano si da piccoli, il perseguimento o il raggiungimento del sogno a chimera della propria costruzione. Eppur sono i dati che ci trasportano, con loro stiliamo i progetti, sembrano esser entità viventi, non creazione nel tempo della nostra mente. Ora secondo lo studio mi trovo nel limbo dell'imperfezione, non sono ne carne ne pesce, un'entita numerica che aspira al principio della felicità, una sorta di piega perenne a qualche centimetro dall'asfalto con le gomme al limite della resistenza, che grazie a doti non comuni esce dalla curva con il gas spalancato verso il traguardo...ma che cazzo dite!!!...Non è una gara, la vita è altro, le curve lasciamole agli esperti, mi godo il tracciato....sicuramente arrivo alla fine, in un modo o in un altro.
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Ho scarabocchiato qualcosa sulla felicità, tra un tassello e l'altro, tra una pizza e un bacio, una chiacchiera e una discesa a mare, senza fretta tanto per dire la mia, un po' per sdrammatizzare un po' per drappeggiare questi spazi sterminati che ultimamente fatico a riempire. Non è una crisi letteraria che mi perseguita, quanto una sensazione d'impotenza che attanaglia le mie emotività e lascia strascichi ad ampio raggio, nei meandri della mia mente si intersecano troppe variabili. Non avendo confidenza con la parte matematica, mi diletto con quella voluttuaria, però se uno studio dell'università di Maastricht concentra tempo e risorse per la ricerca della curva, io mi ci tuffo in piega come in un circuito di motoGP. La curva nello specifico parla di felicità e farfuglia qualcosa in merito agli anni, come se i numeri possano intrappolare o spiegare, come fa il PIL quando si parla di economia, in poche parole distoglie l'attenzione e gira al largo dal chiarire qualcosa. Forse è un po' così che gira il mondo, tra numeri e spiegazioni, lavoro e problemi, guerra e cibo, politica e religione, tralasciando la sostanza. Le soddisfazioni personali le cerchiamo sempre nelle materialità perché ci piace toccare con mano, guardare, mostrare a noi stessi e agli altri, perché in fondo è quello che ci insegnano si da piccoli, il perseguimento o il raggiungimento del sogno a chimera della propria costruzione. Eppur sono i dati che ci trasportano, con loro stiliamo i progetti, sembrano esser entità viventi, non creazione nel tempo della nostra mente. Ora secondo lo studio mi trovo nel limbo dell'imperfezione, non sono ne carne ne pesce, un'entita numerica che aspira al principio della felicità, una sorta di piega perenne a qualche centimetro dall'asfalto con le gomme al limite della resistenza, che grazie a doti non comuni esce dalla curva con il gas spalancato verso il traguardo...ma che cazzo dite!!!...Non è una gara, la vita è altro, le curve lasciamole agli esperti, mi godo il tracciato....sicuramente arrivo alla fine, in un modo o in un altro.
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