La felicità del 2013, in un bicchiere
Nel 2013 sono stata felice ogni mattina, mentre bevevo caffè e leggevo le notizie, prima che la vita cominciasse.
Meno felice quando il caffè si è rovesciato sulla tastiera.
Più felice quando mi sono svegliata con un abbraccio, sotto il piumone, di domenica, sapendo di poter indugiare ancora un po’ nel letto, e magari riaddormentarmi col sorriso.
Sono stata felice ogni volta che ho fatto il pieno alla macchina, non perché dovessi andare in qualche posto in particolare, ma amavo l’idea di poterlo fare.
Meno felice quando il benzinaio mi presentava il conto, che di ‘sti tempi se ti puoi permettere un pieno di carburante rischi l’accertamento fiscale.
Più felice quando partivo per il mare, arrivando in tarda sera, sentendo le narici che si riempivano dell’odore di salsedine, sedendomi sul terrazzo a guardare la luna, pensando a quanto devono sembrare piccoli i nostri problemi visti da lassù.
Sono stata felice ogni volta che ho ricevuto un regalo, e il regalo più bello sono state le persone, il tempo che mi hanno dedicato, i pezzi della loro vita che mi hanno lasciato portare a casa.
Meno felice quando il mio ex mi ha scambiata per la sua migliore amica e ha iniziato a raccontarmi le sue disavventure sentimentali.
Più felice quando le persone mi hanno stupita, interessata, cambiata, ispirata, emozionata, migliorata.
Sono stata felice quando Manu, il giorno del mio compleanno, si è presentato con due bicchieri di prosecco e dei bignè, lasciandomi mangiare tutti quelli al cioccolato.
Meno felice quando la mia amica Fede mi ha scritto: “Di un anno più vecchia, ma tanto sei sempre la solita demente”.
Più felice quando la mamma mi ha fatto una festa a sorpresa, perché i momenti speciali arrivano solo se non li aspetti, non si lasciano programmare né manipolare, e il tempo si dilata in una distesa di suoni, odori, ricordi, da mescolare con cura prima di aggiungere amore a volontà.
Il 2013 è stato un anno vissuto alla ricerca dell’inquadratura migliore, in questa vita composta di tanti adesso.
E ancora una volta mi ritrovo qui, a fare il solito bilancio, a immaginare il solito bicchiere, scoprendo che in realtà non importa se è mezzo vuoto o mezzo pieno: ciò che conta è che ho ancora sete.
Questo post è dedicato alla memoria di Paolo Belli, portatore sano di felicità
09/12/1966 – 18/01/2011
Leggi anche:
2012: il mio backup
Il mio 2011, tra reale e virtuale