Bentrovati, amici. Parliamo oggi del nuovo spot di Activia e di come, con grande impegno, esso ci indottrina circa lo stile di vita denominato “pance felici”.
Per prima cosa, molto giustamente, dobbiamo vedere un po’ di pance random, coperte o scoperte in un movenze meno eleganti di un torneo di beer-pong, finché poi, a sorpresa (sigh) ci vengono rivelati i personaggi a cui esse corrispondono, tutti ingaggiati senza logica apparente. C’è Alessia Marcuzzi, ormai definitivamente immolata a donna per sempre associata a fenomeni digestivi. C’è Tosca d’Aquino, che è lì per ricordare che la sopravvivenza degli attori teatrali è legata a fattori tristemente imprevedibili. C’è l’onnipresente, invadentissimo Alessandro Borghese: per chi non lo conoscesse, è uno chef che conduce una quantità esagerata di programmi e che mette un sacco di grasso dappertutto.
Uno direbbe che niente accomuni queste persone e invece va detto che tutte e tre sanno donare delle espressioni di gioia gaudiosa e stellare che sono proprio speciali. È una squisitezza ammirare Borghese che butta la testa all’indietro con la risata pazza, così simile a quella delle modelle di maglioni fatti in casa delle riviste Pratica dei primi anni Ottanta: Ah ah, il golf intrecciato con davanti un daino stilizzato, ah ah! Borghese è uguale, si scompiglia i ricci e si disloca la mascella per quanto è felice la sua pancia.
Mentre noi siamo ancora straniti e un po’ in imbarazzo (un bel record, considerando che lo spot è cominciato appena tre secondi fa), si materializza una signora che magari è nota, ma che mi deve scusare perché io proprio non la conosco. Ad ogni modo,essendo lei la più anziana del gruppo di pance, ha il compito di fare le sparate sagge, così snocciola massime banalissime, prima scuotendo il dito, con inutile severità, e sorridendo con immenso amore subito dopo, come a dire io so come va la vita, ho fatto la guerra, una volta qui era tutta campagna però non sono mica un cuore di pietra, ho i sorrisi veri che vengono da dentro. Che momento Buddha in mezzo alla foresta, no? No! Alessia Marcuzzi riporta noi povere creature spirituali sulla terra, battendosi la pancia come uno Hobbit soddisfatto del banchetto, precisando:
«E voglio dire da qui!»
Niente da fare, l’unico moto interiore sarà quello intestinale.
«Sì!»
aggiunge una ragazza molto simpatica che si intrufola nel discorso senza alcun motivo
«perché se la mia pancia sorride…»
non finisce la frase, chiaramente, perché la sua presenza serve a noi scimmiotti a capire che Activia è un prodotto che non va bene solo se sei un’anziana pedante, ma anche se sei una giovane graziosa, un’ex presentatrice di Festivalbar e pure se hai recitato ne Le segretarie del sesto, non importa. L’unica cosa che conta è che tu indossi un indumento rosa cipria e/o beige, altrimenti puoi tornartene a casa, che troppa democrazia non ha mai fatto bene a nessuno.
La frase lasciata a metà di cui sopra è terminata
«sorrido anch’io!»
da Tosca d’Aquino, che potete ammirare in due versioni contemporaneamente:
la prima mentre, appunto, ride con la sua migliore falsità; la seconda, estremamente commovente, mentre singhiozza in piena crisi, ingoiando yogurt e maledicendosi per aver accettato di girare questo spot.
Spunta poi Alessandro Borghese, che non è venuto qui a fare il cane maltese in bicicletta al circo d’inverno, ma a portare la sua competenza in campo gastronomico:
«Ecco perché è importante mangiare cose buone, che ti facciano star bene dentro!»
E, utilizzando le mani come due maracas tutte da maltrattare, lo chef si picchietta lo stomaco, forse evocando alcune delle sue ricette leggere leggere preferite, come la fonduta con pane e salame o il crumble con banana.
Mentre la ragazza anonima fa gli sporchezzi con il cucchiaio, rientra Alessia Marcuzzi che parte all’assalto, decantando competenze non documentabili:
«Parlo per esperienza, non c’è niente come Activia di Danone».
Ma per cosa? Non capisco. Il discorso è un po’ fumoso: io devo sorridere dentro, però dentro nella pancia, non nell’anima; è importante che sia la pancia così poi posso sorridere pure io nella mia camicina rosa e mangiare il crumble di banana?
Non si sa. E non importa a nessuno degli elementi della “gente Activia”, che per evitare ulteriori domande si mettono a ballare in eccessiva frizzantezza, con incroci e scambi che neanche ai binari, ci donano le loro espressioni più goduriose e giurano e spergiurano che lo yogurt è buonisssssimo. Anche secondo me ci hanno messo troppe S.
Comunque c’è il Bifidus Actiregularis, ci assicurano. Che non esiste davvero, ricordiamo noi, ma questi sono dettagli. Dobbiamo essere colti o felici, ah?
E felici sia. Che possiate essere felici come la gente Activia. Che possiate comparire esclusivamente nell’ultimo fotogramma, senza che nessuno sappia mai da dove caspita saltiate fuori. Che possiate essere Tosca D’Aquino che si rammarica in lacrime o Alessia Marcuzzi che regge il cartello muovendosi il minimo sindacale. Che possiate essere la più vecchia della compagnia che nel balletto cerca con discrezione di divincolarsi dalla stretta inopportuna di uno chef il quale, a sua volta, danza seguendo paro paro i passi dell’orso Baloo alla corte di Re Luigi.
No, dai, cos’è che contiene Activia, veramente?