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- Scritto da Viola Franchini
- Categoria principale: Festival
- Categoria: Torino Film Festival 2015
- Pubblicato: 22 Novembre 2015
A otto anni da Non pensarci (2007) Gianni Zanasi torna alla regia cinematografica con La felicità è un sistema complesso, presentato al 33° Torino Film Festival.
Protagonista è ancora una volta Valerio Mastandrea, qui nelle vesti di Enrico Giusti, “taglia teste” di dirigenti irresponsabili ed incompetenti: egli ne diviene amico a tal punto da indurli subdolamente a dare le dimissioni. Convinto (?), grazie alla propria singolare professione, di combattere dall’interno un sistema del quale si reputa nemico, il personaggio si ritrova in realtà, e suo malgrado, ad esserne parte integrante.
Zanasi sceglie di intraprendere nuovamente la strada della commedia dolce-amara, addentrandosi forse ancor di più che in passato negli intricati sentieri dell’introspezione. L’intera pellicola si caratterizza per la perfetta commistione di elementi drammatici e comici, i quali si susseguono e compenetrano senza mai togliere nulla gli uni agli altri: ne scaturisce un ritmo vivace, incalzante e mai tedioso, anche se forse leggermente più lento nel finale. Seppur interamente dominata da una vena malinconica, l’opera non manca di strappare spesso e volentieri la risata al pubblico, servendosi di una comicità dall’eco quasi alleniana a tratti diffusa, a tratti sferzante, ma comunque mai banale.
Mastandrea domina la scena come suo solito, rassicurandoci con il suo volto bonario ed affabile – anche se sciupato – e regalandoci una serie di battute tanto brillanti quanto spontanee e genuine. Lo affiancano l’ israeliana Hadas Yaron (Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con La sposa promessa di Rama Burshtein), la quale rompe lo schermo grazie ad una schiettezza e una purezza disarmanti; un cinico Giuseppe Battiston (suo compagno anche sul set di Non pensarci e dell’omonima serie); Filippo De Carli e Camilla Martini, giovanissimi attori alle prime armi.
Fa da cornice una colonna sonora attinta dal panorama indie pop-rock e new wave nostrano (alcune delle musiche sono state composte da Niccolò Contessa, in arte I Cani) e internazionale: la sequenza iniziale sulle note di Ça plane pour moi di Plastic Bertrand è un’illuminazione. Ancora una volta dunque Zanasi ci offre un repertorio musicale ricercato ed insolito per una produzione tutta italiana, fattore che contribuisce in modo non indifferente a conferire alla pellicola un’impronta autoriale.
Il prodotto finale è una commedia dal sapore agrodolce che, pur affrontando tematiche semplici e scivolando talvolta nel luogo comune, non scade mai nella superficialità, insegnandoci come il più puro e sincero appagamento spesso si nasconda dietro le azioni più semplici ed inaspettate: tuffarsi in piscina vestiti di tutto punto, preparare una torta di mele fra amici, addormentarsi sul pavimento di casa e svegliarsi al mattino, baciati dai primi raggi del sole.
Voto: 3/4