di: Marcello Veneziani
Ma davvero pensate che ci sia un legame tra democrazia e felicità? Dico a voi, Ezio Mauro, direttore de la Repubblica e a lei professor Gustavo Zagrebelsky, insigne giurista, che ieri sera ne avete riparlato all’Auditorium romano nel Festival delle scienze dedicato alla Felicità.
Davvero pensate che la condizione per essere felici sia un regime democratico che rispetti la libertà e le regole? Su, guardate la realtà. I popoli più felici non sono certo gli scandinavi dove la democrazia, la libertà e le regole funzionano che è una meraviglia. Ma i popoli tropicali, caraibici, africani, le società giovani, arretrate, ignoranti, perché l’indole dei popoli, il clima, l’età media, le tradizioni di un Paese contano più dei regimi e delle norme.
La felicità è leggera e volatile, come un soffio e una carezza, balena a nostra insaputa, è attesa o ricordo, sogno o amnesia. Se è presente non è cosciente, e viceversa. È armoniosa, se è apollinea, o esagerata se è dionisiaca. La felicità non s’abbina alla Repubblica e alle Leggi. La felicità, divina cecità, vede a occhi chiusi.
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