La fenice di Bradbury

Creato il 07 giugno 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg


E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tale quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra”. (Fahrenheit 451)
Ricordiamo.
In questi casi si dice: si è spento il 6 giugno 2012 all’età di 91 anni a Los Angeles  Ray Bradbury. Spento?
Ricordiamo.
C’era un buffissimo uccello, chiamato fenice, nel più remoto passato, prima di Cristo, e questo uccello ogni quattro cinquecento anni si costruiva una pira e ci s’immolava sopra. Ma ogni volta che vi si bruciava, rinasceva poi dalle sue stesse ceneri, per ricominciare. E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte, ma abbiamo una cosa che la fenice non ebbe mai. Sappiamo la colossale sciocchezza che abbiamo appena fatta. Conosciamo bene tutte le innumerevoli assurdità commesse in migliaia di anni e finché sapremo di averle commesse e ci sforzeremo di saperlo, un giorno o l’altro la smetteremo di accendere i nostri fetenti roghi funebri e di saltarci sopra”. (Fahrenheit 451)
Questo ci ha sempre detto Bradbury: il nostro futuro sta nel nostro passato. Ricordiamo. Era questa la sua “fantascienza”. Le sue galassie, i suoi viaggi nel tempo, i suoi “corpi elettrici”, i marziani delle sue “cronache” stavano tutti nell’uomo e nel suo passato .
 Oggi più che mai, di fronte alla confusione e all’ansia di questo millennio ingeneroso, di fronte alla crudeltà di chi dice: “il futuro è sul web”, facciamo rinascere ancora la fenice di Ray, usciamo dalle ragnatele  e andiamolo a rileggere, andiamoci a rileggere. Ricordiamo.

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