Con i Mondiali di casa nostra non molto lontani – un solo mese e ci siamo in pieno – il Giro di Spagna rappresenta un doppio interesse per i nostri portacolori. Come ogni qualvolta un’edizione iridata si corre sulle nostre strade, la stagione agonistica dei nostri migliori ciclisti si allunga verso settembre, proprio perché viene coltivata la speranza di poter finire nell’agenda del CT di turno. La Vuelta 2013 si presenta ai famosi blocchi di partenza con un pacchetto di favoriti in primo piano: Rodriguez, Nibali, Betancour e Valverde, con Sanchez, Uran, Kreuziger, Mollema, Henao, Basso e Anton come rompiscatole di lusso. Il capitano dell’Astana, vincitore del Giro d’Italia, è il favorito assoluto per questa edizione, e dovrà vedersela con avversari che facilmente saranno i suoi principali avversari anche ai Mondiali. Per molti atleti in gara sarà una specie di primo tempo ciclistico, che avrà poi i suoi secondi 45’ nell’ultima domenica di settembre a Firenze. Un ‘cast’ di partecipanti che può dare piena soddisfazione all’organizzatore, e stiamo considerando solamente i nomi che guardano alla classifica generale. Certamente favorita dal fatto che si corre appena prima del Mondiale, ormai la Vuelta merita però una considerazione ciclistica paritaria rispetto ai ‘soliti’ Tour e Giro. La fatica di una Vuelta non vale meno rispetto a quella di un Giro. Questa differenza viene costruita e quindi esaltata e venduta dagli anni di presenza nei calendari, ma la qualità non rispecchia sempre la storia. Questa edizione del Giro di Spagna pone davanti ai corridori ben 11 arrivi in salita, e negli ultimi anni il percorso spagnolo era a livelli paritari se non più difficili degli altri due Grandi Giri (a parte il tremendo Giro d’Italia del 2011). In più si tratta di un’evento sportivo che si avvicina alla sua 70^ edizione. Solitamente, quando Nibali prepara una corsa di tre settimane ne è protagonista. Fu così alla Vuelta del 2010 (poi vinta), al Giro 2011 (3°, poi 2°), al Tour 2012 (sul podio), al Giro di quest’anno. Se un ciclista è pura statistica dovremmo vedere un gran Nibali. Ma per fortuna la bicicletta non è solo questione di cifre. Adelante ombres!
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Con i Mondiali di casa nostra non molto lontani – un solo mese e ci siamo in pieno – il Giro di Spagna rappresenta un doppio interesse per i nostri portacolori. Come ogni qualvolta un’edizione iridata si corre sulle nostre strade, la stagione agonistica dei nostri migliori ciclisti si allunga verso settembre, proprio perché viene coltivata la speranza di poter finire nell’agenda del CT di turno. La Vuelta 2013 si presenta ai famosi blocchi di partenza con un pacchetto di favoriti in primo piano: Rodriguez, Nibali, Betancour e Valverde, con Sanchez, Uran, Kreuziger, Mollema, Henao, Basso e Anton come rompiscatole di lusso. Il capitano dell’Astana, vincitore del Giro d’Italia, è il favorito assoluto per questa edizione, e dovrà vedersela con avversari che facilmente saranno i suoi principali avversari anche ai Mondiali. Per molti atleti in gara sarà una specie di primo tempo ciclistico, che avrà poi i suoi secondi 45’ nell’ultima domenica di settembre a Firenze. Un ‘cast’ di partecipanti che può dare piena soddisfazione all’organizzatore, e stiamo considerando solamente i nomi che guardano alla classifica generale. Certamente favorita dal fatto che si corre appena prima del Mondiale, ormai la Vuelta merita però una considerazione ciclistica paritaria rispetto ai ‘soliti’ Tour e Giro. La fatica di una Vuelta non vale meno rispetto a quella di un Giro. Questa differenza viene costruita e quindi esaltata e venduta dagli anni di presenza nei calendari, ma la qualità non rispecchia sempre la storia. Questa edizione del Giro di Spagna pone davanti ai corridori ben 11 arrivi in salita, e negli ultimi anni il percorso spagnolo era a livelli paritari se non più difficili degli altri due Grandi Giri (a parte il tremendo Giro d’Italia del 2011). In più si tratta di un’evento sportivo che si avvicina alla sua 70^ edizione. Solitamente, quando Nibali prepara una corsa di tre settimane ne è protagonista. Fu così alla Vuelta del 2010 (poi vinta), al Giro 2011 (3°, poi 2°), al Tour 2012 (sul podio), al Giro di quest’anno. Se un ciclista è pura statistica dovremmo vedere un gran Nibali. Ma per fortuna la bicicletta non è solo questione di cifre. Adelante ombres!
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