17/19 Marzo 2014
Un giorno Pecchio, dopo aver ingoiato velocemente, come al solito, una fettina di carne, la carota grattata e la pastasciutta (in ordine di apparizione, era in attesa che gli arrivasse nel piatto un clementino, che doveva decretare la fine del lauto pasto.
Nel frattempo si mise a guardare la Mammaluca che trafficava, per aprire senza tagliarsi i diti, una scatoletta di sardine.
Guardava senza interesse, anzi abbastanza disgustato, le sardine decapitate che emergevano dalla scatoletta quando sentì una di loro che sbuffava:”Oh, finalmente! Non ne potevo più di starmene schiacciata sotto quest’olio puzzolente..”
“Scusa” disse Pecchio “come fai a parlare se sei senza testa?”
“In verità” disse la sardina con tono biblico “conosco molti cosiddetti umani che parlano moltissimo anche se non hanno la testa. Per quanto mi riguarda, devi sapere che io parlo anche con ciò che mi è rimasto, almeno finché qualcuno non mi abbia mangiato”.
“Mammaluca” disse allora Pecchio, “trovati qualcos’altro da mangiare perché sono molto interessato a questo caso scientifico. Potrei segnalarlo su Facebook.”
“Se sei davvero interessato” disse la sardina “vieni con me alla Festa del Mare: ti posso presentare un sacco di gente straordinaria. Mettimi sotto la cannella per levarmi di dosso quest’olio schifoso; poi ci infileremo tutti e due nel foro dell’acquaio: qui sotto passa un fiume segreto che ci porterà diritti al mare.”
“No, no, ho paura di sentir male, di spiaccicarmi” disse Pecchio.
“Sciocchezze, si tratta solo di fare una bella scivolata” ribatté, decisa, la sardina.
“Fidati di me”.
Pecchio chiuse gli occhi e pensò intensamente di stare scendendo le rapide del fiume sotterraneo stando afferrato con tutte le forze ad un canotto arancione.
E quando riaprì gli occhi si trovò sbarcato dolcemente su di un’isoletta in mezzo al mare, seduto sotto un grande cartello dove c’era scritto:”Benvenuto alla Festa del Mare”.
Lì se ne stava, sola e in disparte,una timida pesciolina.
La sardina cominciò subito a fare le presentazioni.
“Ti presento la mia amica Alice.”
“Alice punto it?” chiese Pecchio.
Ma Alice non capì e, educatamente, cambiò discorso.
“Siete arrivati giusto in tempo, per vedere l’arrivo della corsa. Come al solito gli squali sono stati squalificati”.
“E chi ha vinto?”
“E’ noto a tutti gli esperti - Lei è un esperto, vero? - che il pesce più veloce è il pesce vela che va a 110 all’ora, ma lui non si abbassa a fare gare sempliciotte come le nostre. Il primo arrivato è stato il salmone Salomone, anche se il pesce spada ha cercato di fermarlo sfidandolo a duello.”
“Peccato, sono arrivato troppo tardi” disse Pecchio che era appassionato di lotta, duelli e pugilato.
“Andiamo a salutare il vincitore” invitò con entusiasmo Alice.
“Sentite? Lo stanno festeggiando e l’orchestra delle orche sta suonando la sua canzone.”
Ma furono fermati da una piccola acciuga che starnutiva.
“Acciù. Acciù, ho preso il raffreddore, mi voglio acciugare se no finisce che mi ammalo.”
“Via, via” disse la sardina “meglio il raffreddore che finirein una scatoletta, credi a me, io ne so qualcosa.”
“Che cos’è una scatoletta?” chiese un tonno che passava di lì.
“Meglio non indagare” disse la sardina “Oltre tutto ho visto che quelli della tua famiglia vengono fatti a pezzetti.”
“Che vuol dire:’pezzetti’?” chiese con voce insonnolita il tonno.
“Per la barba di Nettuno!” sbottò la sardina.”Mi sembri proprio un tonno tonto che ha tanto sonno! Vieni” disse poi rivolta a Pecchio “Stanno preparando il palco d’onore: ci stanno lavorando il pesce sega e il pesce martello.”
“Il palco per cosa?”
“Per consegnare il premio al vincitore. Sali su di un cavalluccio marino, si farà prima.”
“Non capisco questa mania di andare di corsa” disse un granchio. “Io preferisco sgranchirmi le gambe piano piano: è il modo migliore per muoversi, lo sanno tutti”.
Il palco era tutto addobbato con alghe e coralli e sopra c’era già un’ostrica.
“Chi è quella?” chiese Pecchio.
“Quella è l’ostrica più ricca del mondo, noi la chiamiamo ostricca e il premio per la corsa è la perla che lei offre ogni anno.”
Tutti applaudivano e schizzavano acqua dappertutto e Pecchio pensò che avrebbe voluto acciugarsi come l’acciuga ma poi non ci pensò più perché era apparsa sullo sfondo una meravigliosa balena di tutti i colori.
“Chi è quella bellissima creatura?” chiese Pecchio.
“Quella è la nostra regina, l’arco-balena” disse la sardina inchinandosi. “China la testa davanti a Sua Maestà, tu che hai la fortuna di avere la testa.”
Pecchio chinò la testa, giù, giù, sempre più giù e si ritrovò accanto alla mammaluca che brontolava “E adesso cosa mangio? Sempre pane e formaggio?”
“Io, di sicuro, d’ora in avanti non mangio pesci” disse Pecchio, ancora un po’ stordito.
Nicoletta Martiri Lapi