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LA FESTA DEL PAPA' (non la loro, la mia)

Da Mammapiky @mammapiky
LA FESTA DEL PAPA' (non la loro, la mia)Come si fa a parlare a un bambino della morte? No, non si può mi dico non è un argomento adatto e forse non è nemmeno giusto. Perché turbarlo?Penserebbe a qualcosa di nero e buio capace di minare il suo tempo felice e, essere sereno, è un suo sacrosanto diritto.E poi come fai a spiegargli il senso di "mai più"? Lui vive qui e ora, il futuro è un concetto troppo complicato e servirebbe solo a far confusione.No, non si può ed io non ne sono nemmeno capace, mi dicevo, e così è successo che non ne abbiamo mai parlato. Poi arriva la festa del papà, di tutti i papà, e il mio non c'è più da quasi 11 anni.
Non vado quasi mai a trovarlo, perché mi fa male, tanto, anche a distanza di tempo e, nelle occasioni in cui ho trovato il coraggio, poi ho pianto sempre come una fontana, come se se ne fosse andato ieri. La sua assenza io, ancor oggi, non l'ho superata e ho il dubbio che non ci riuscirò mai fino in fondo. Anche parlarne mi pesa, per i verbi al passato che si usano. Pensarlo no, anzi mi da sollievo e far star bene. E poi lo sogno spesso e me lo immagino sempre vicino. Ho 40 anni ma di fronte a questa mancanza, mi sento piccola e bambina, guardare la sua foto lì sul marmo per me è un dolore, forte e vivo, e quindi da codarda non vado. So che a mia madre dispiace, non me l'ha mai detto ma lo so, è una donna molto forte e per lei ci sono cose che vanno fatte, non importa il sacrificio o la pena, si fanno e basta. Ha ragione ed io ci sto provando.Tuttavia devo dare a quelle visite uno scopo pratico, non posso star lì in contemplazione, devo andare per far qualcosa, portare un fiore, rabboccare i vasetti con l'acqua, sistemare un po'. La scorsa settimana per la festa del papà, c'era il sole e dopo aver preso Cestino dall'asilo, ho imboccato la strada verso il cimitero.Per strada mi son lanciata in un’azzardata premessa, ho parlato di angeli, cielo, stelle e persone che volano. L'idea era spiegare la realtà con qualche metafora: un guazzabuglio.Lui mi guardava perplesso ed io sapevo di essermi infilata in un ginepraio.Ai bambini non puoi dire la prima cosa che ti passa in testa, non li freghi con una storia facile se è priva di senso, e poi ti tocca uscirne ed è pure peggio. Non si spiegava come mai avessimo preso dei fiori visto che "tanto lui non c'e'" e nemmeno il perché non tornasse.Di fronte a quel cancello avrei rigirato, poi invece siamo entrati ed è stato tutto facile. Spiegare, mostrare, portare l'acqua  e tutto il resto. E' stato naturale come se l'avessimo sempre fatto.Nel luogo dove dice, debba regnare il silenzio, la voce allegra di un bambino che diceva "Oh nonno" mi ha strappato più di un sorriso.Nessuna lacrima, nemmeno una.Mi serviva un po' di coraggio, me l'ha regalato mio figlio, e a modo mio anche per me è stata la festa del papà.

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