Non chiedetemi perché tiro fuori la lingua. Comunque bevevo un’aperiTavor.
Vi scrivo per farvi capire i livelli epici che raggiungono i membri della mia famiglia.
Dopo aver affrontato il disagio di entrare in un supermercato, faccio ritorno a casa, dove trovo mio cuggino-mio cuggino, il quale mi fa gli auguri e mi dice “dai andiamoci a prendere l’aperitivo”. E andiamo, dico io. Al bar troviamo un suo amico non particolarmente simpatico, il quale vedendomi mi apostrofa così (riporto il dialogo):
Amico: “Bionda e che ci fai qui, non vai a vedere gli uomini che si spogliano?”
Io: “Ma per chi mi hai presa? Non mi piacciono queste cose. Preferisco, al massimo, spettacoli privati”.
Amico: “EHHH sei sempre la solita. Vabbé tanto si sa che ti piace…”
Io: “Ma cosa?” (con il coooosa da educanda ottocentesca)
Amico: (vi edulcorerò per motivi d’eleganza) “Conoscere biblicamente gli uomini”
Bah. Ma perché, secondo voi sono cose che si notano? E si notano in me? Ma tralasciando, volevo dire due parole sulla festa delle Donne. Innanzi tutto, trovo demenziale andarsi a vedere le robe tipo California Dream ecc ecc, anche perché a me il nudo versione quarto di bue non eccita e fa venire il malanimo. Secondariamente, per quanto riguarda la festa, mio padre che è uno che ci tiene alla parità, mi ha sempre raccontato qual è la sua vera matrice e mi ha sempre impedito di festeggiare, perché secondo lui si è perso il significato primigenio della ricorrenza ed è diventato solo un evento consumistico, volto a depauperare il ruolo delle donne nella società e per me non ha tutti i torti. Mia mamma la pensa alla stessa maniera. Quindi niente mimose per me, anche perché odio i fiori recisi. Ne ho comprato solo un ramoscello da un poveretto al semaforo e l’ho regalato alla mia sarta, perché è tanto una brava signora.
Comunque ho apprezzato come hanno festeggiato alcune donzelle di Genova, esclusivamente perché la cosa mi è parsa molto trash.