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Eccola, una festa davvero popolare, corale, di un paese, magari piccolo, ma intero.
Dove ciascuno si presta per fare una parte.
Per me è una novità. Questa è la sua quarta edizione, ma per me è la prima presenza.
Collocata, sul calendario, in un periodo che solitamente dedico a qualche mio viaggio.
Quest'anno, anche per l'invito ricevuto da Cinzia, una delle animatrici della festa, e per la mostra fotografica messa sù con gli amici del Bucciano, l'ho vissuta a pieno.
Dopo aver trascorso qui tutto il pomeriggio e la sera di ieri, questo pomeriggio sono di nuovo qui.
Questa mattina il trattori d'epoca qui radunati, hanno dato vita all'aratura del campi attorno.
Aratura che, per mia fortuna, si è protratta anche al pomeriggio, mentre alcuni degli uomini finivano di sistemare la trebbia per la battitura del grano.
Con l'amico Francesco ci siamo addentrati nella polvere dei campi arati, fotografando i trattori che rivoltavano la terra.
Un po' ho fotografato, ma poi mi è venuta "una gran voglia di arare".
Così ho chiesto al Maccanti, appassionato prima ancora che meccanico e rivenditore di macchine agricole, di farmi provare ad arare con il suo trattore.
Con lui, sul trattore c'era Cristina, una ragazza venuta da pochissimo tempo ad abitare ad Isola.
Prima mi ha fatto salire con lui, e poi mi ha dato il posto di guida.
Tutto fotograficamente documentato da Francesco.
Nel tardo pomeriggio ha preso il via la battitura.
La trebbiatrice all'inizio ha mostrato tutti i suoi anni, ma poi la maestria dei meccanici l'ha fatta funzionare a dovere.
Così tutti a mangiar polvere fino al tramonto.
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