Paolo Griffa e Marco Sacco
Il Piccolo Lago di Verbania compie 40 anni e si prepara a una grande festa. Il 27 e il 28 luglio infatti, sulle sponde del Lago di Mergozzo, Marco Sacco e la sua squadra hanno organizzato la Festa delle Feste: una due giorni dedicata all’eccellenza del gusto, ma soprattutto una festa tra chef, gourmet e amici che si riuniranno in Piemonte per brindare a questa realtà, ai suoi successi, alla sua storia e al suo futuro.
E così la Festa delle Feste si candida a diventare l’appuntamento fisso dell’alta ristorazione nel Nord Italia come lo sono la Festa a Vico che tutti gli anni sotto l’egida di Gennaro Esposito si tiene a Vico Equense (Na) o come Spessore che con il genio di Piergiorgio Parini e Mauro Fratti anima quel Povero Diavolo di Torriana che da Rimini guarda il mondo.
Due sono i momenti che si alterneranno durante la Festa delle Feste: il Summer Village con orario 11.00-18.00 e un programma di gusto e relax sulle rive del lago tra grandi produttori di vino, le birre artigianali del geniale Bruno Carilli, alias Toccalmatto, e le selezioni di un altro grande intenditore, Adolfo Rizzardelli. Con loro l’area “Barbecue & Grill Revolution” dotata dell’innovativo forno a brace X-Oven che permette di cuocere alimenti diversi a temperature differenti, la cinta senese di Fracassi, la pizza gourmet, il risotto e gli spaghetti preparati nella mitica pentola gigante “Guendalina”.
La sera invece, a partire dalle 19.00, avranno luogo due Cene di Gala che, sull’onda dei mondiali di calcio, vedranno scendere in campo l’Italia e “il resto del mondo”. Il 27 luglio i convocati di Marco Sacco sono: Antonino Cannavacciuolo (che con Sacco condivide oltre alla vicinanza geografica – il lago d’Orta non è poi così lontano – il riconoscimento temporale della prima e della seconda stella Michelin), Pino Cuttaia (La Madia – Licata), Enrico “Chicco” Cerea (Da Vittorio – Brusaporto) e Alessandro Gilmozzi (El Molin – Cavalese). La cena del lunedì sarà invece animata da Michael Bras (Maison Bras – Francia), Pino Lavarra (Ristorante Tosca – Hong Kong), Vladimir Muhin (White Rabbit – Russia), Ana Roš (Hiša Franko – Slovenia), Sat Bains (Sat Bains – Inghilterra).
Ma qual è la storia del Piccolo Lago? Marco Sacco la racconta in una manciata di minuti con quella salda fermezza che rende grande la semplicità: “La mia famiglia è arrivata qui nel 1974, dopo un’esperienza di alcuni anni in una pizzeria a Verbania: questo posto esisteva già ed era gestito da una società svizzera. C’erano il ristorante e la balera, il simbolo della bella vita degli Anni Sessanta. Poi, grazie a mio padre, la svolta – racconta Sacco – con la trasformazione del locale in un riferimento per il territorio. Io avevo nove anni e nel tempo, insieme a mio fratello, abbiamo percorso la storia della ristorazione di quel periodo, fatta di turisti a cui si offriva la pensione completa, villeggianti che prendevano il sole, le famiglie della domenica, gli amanti dello sci nautico… Anche io trovo nello sport una grande passione, pratico windsurf, arrivo in nazionale, faccio delle gare, ma poi negli Anni Ottanta devo decidere come proseguire la mia vita e scelgo di fare il cuoco. Mio padre mi da tre anni di tempo per creare qualcosa di importante e insieme a mio fratello studio, viaggio, guardo molto alla Francia, che all’epoca era il punto di riferimento per il settore della ristorazione, imparo e torno a casa. E così – prosegue Sacco – cambia la cucina del Piccolo Lago che si trasforma in tutto. Poi, nel 1991, muore mio padre, è un periodo difficile, ma nel frattempo mia figlia Jessica decide di entrare in azienda, e lo fa anche mia moglie Lilla: insieme ripartiamo da lì creando il Piccolo Lago di oggi. Nel 2000 arriva la prima stella, nel 2007 la seconda e iniziamo a muoverci sempre di più a livello nazionale e internazionale”.
Oggi in cucina con Marco Sacco c’è un giovane talento che sui social si definisce “aspirante chef”. Si chiama Paolo Griffa, ha 23 anni, è di Pralormo (To), e possiede eleganza e determinazione da vendere. “Il team è fondamentale – spiega Marco Sacco – ed è importante e stimolante l’unione con i giovani, la condivisione: Paolo è un fenomeno, è appassionato di tutto, ed è il mio braccio destro”.
Con loro entriamo in cucina e assaggiammo tre portare che raccontano di un territorio (il lago), del gioco (la carbonara) e della creatività (la spuma di mascarpone) che in cucina non può mancare.
Sul tavolo ci aspettano il pane servito sulla beola, materiale di cui le valli ossolane sono ricche, realizzato da un artigiano locale. Sfruttando la qualità di inerte termico della pietra, questo piatto viene scaldato nel forno e utilizzato come “cestino del pane” che viene servito ovviamente caldo. Ed è geniale. Il burro poggia sui sassi del fiume Toce che diventano piccoli piatti di portata, poi arriva il Sushi di Lago: Trota, Anguilla (la prima che decido di assaggiare nella mia vita), Persico e Lavarello serviti in quattro marinature differenti su un lingotto di risone. La Carbonara ou koque è insieme gioco e inno alla felicità: pasta fresca con uovo a parte da mischiare con una cialda al latte e mescolare a piacimento. Il finale è dolce e non poteva che essere così, con il Mascarpa, una spuma di mascarpone con ricotta ossolana fatta asciugare, fave di ronca, crumble al cioccolato salato, frutta esotica, gelatina al rhum e Crêpes Dentelles.