Dopo una serata vissuta come in un sogno, e dove si è cercato di dimenticare le negatività dell’anno passato con cibi più elaborati e qualche risata in più, si è tornati alla dura realtà. Personalmente vivo da sempre il giorno successivo al Capodanno con un bel malditesta che mi accompagna poi per un paio di giorni. Ormai ci sono abituata e lo accetto con rassegnazione pensando a mali peggiori.
Ma questa mattina tornando in teatro per stare con i colleghi che passano le notti, mi è tornato il magone. All’esterno troneggia come un totem triste, lo spoglio albero di Natale allestito dai colleghi tecnici, all’interno invece i corridoi che portano nella sala del presidio sono completamente bui per risparmiare energia, il silenzio è quasi “assordante“, la tavolata che fino a un giorno fa era addobbata riccamente, ora tornava ad essere un tavolo spoglio pieno di quotidiani e fogli con su scritti i turni per i prossimi giorni e le prossime notti. Da un lato della sala, sono sistemati con ordine tutti gli avanzi del cibo del Capodanno che hanno riempito ancora la tavola del pranzo e della cena di ieri ma anche quella di oggi.
Mentre alcuni allestivano per il pranzo odierno c’era anche chi approffittava di un pianoforte libero per studiare e chi con il PC rispondeva ai commenti e alle mail di solidarietà che arrivano giornalmente dagli amici e abbonati.
All’esterno il tempo non aiuta l’umore: piove e tira un vento umido e appiccicoso.
Domani si riprende col lavoro, nuova musica e nuovi programmi e speriamo anche con nuove e buone notizie.