Il post di oggi è dedicato al romanzo a cui tengo di più in assoluto: La fiamma del destino.
Il mio primo romanzo fantasy.
Potete leggerne il primo capitolo, sul sito dedicato al libro, qui:
http://mywritten.wordpress.com/leggi-il-primo-capitolo-del-romanzo/
Ma oggi vi regalo un altro estratto dal libro:
Titolo: La Fiamma del Destino
Autore: Mariachiara Cabrini
Serie: Trilogia delle divinità
Edito da: autopubblicato. Lulu.com
Prezzo: 9,35€ + spese spedizione (clic per maggiori info)
Trama: Anna, una ragazza come tante, viene catapultata in un’altra dimensione, dove la magia esiste ed è cosa di tutti i giorni. E’ il destino che l’ha portata lì, e gli abitanti di quel luogo aspettavano il suo arrivo da secoli. Lei dovrebbe salvare il loro mondo. Questa enorme responsabilità, che dovrebbe schiacciare Anna, la aiuta invece a dare uno scopo a questa svolta nella sua vita. Ha perso tutto ciò che le era caro, ma almeno tutto ciò che ha sofferto aveva un fine, o almeno così crede. Scoprirà invece che lei ha sì un ruolo nel futuro di quel pianeta, ma non un ruolo attivo…..
Non sarà lei a salvare quella gente, lei sarà solo un mezzo per fare agire qualcun altro. Non è lei l’eroe, ma solo l’arma. Ciò fa crollare le nuove fondamenta che si era costruita.La Fiamma del destino non è la storia di un eroina che compie il suo destino con coraggio e volontà, è la storia di una ragazza che deve arrendersi ad un destino amaro, e che solo accettando di lasciarsi andare in balia di eventi più grandi di lei e accettando di rinunciare ad ogni decisione riguardo a se stessa, potrà salvare un intero popolo. A volte non ci si può imporre sul caso o sul destino, non resta che arrendersi, e forse, la resa, ci porterà un’insperata vittoria.Un fantasy atipico per dei lettori atipici e speciali come voi siete
Estratto: Due giorni dopo Altair le disse che tutto era pronto. Se voleva, quella sera stessa, avrebbero potuto inaugurare la loro ‘discoteca’. - Mio padre non era molto felice di questa nostra idea, ma gli ho assicurato che si tratta solo di una festa in uno stile nuovo.
-Non vedo l’ora di ballare. Mi raccomando, dì a tutti di vestirsi in modo che possano muoversi bene, sono così eccitata.
-Lo vedo, ti brillano gli occhi e questo eccita me, credimi.
Anna preferì ignorare la sua ultima frase.
Le ore sembrarono passare più lentamente del solito, ma finalmente, dopo la cena, Anna andò nelle sue stanze a cambiarsi per la festa.
Si tolse la sopra gonna e rimase solo in una maglietta leggera e pantaloni attillati di pelle. Tenne i capelli sciolti sulle spalle e per l’occasione, tirò fuori dalla borsa i suoi pochi trucchi umani, per contornare gli occhi con matita nera e ombretto verde scuro. Un trucco pesante, per mascherarsi fra la folla, e da usare come scudo per proteggersi.
Quando Saiel la vide conciata in quel modo fece una smorfia di fastidio.
-Cosa c’è ora?
-Niente che tu voglia sentire, ma sta attenta stasera, tu non ti rendi conto dell’effetto che farai su Altair e gli altri maschi stanotte.
-Esagerato, li ignorerò e loro staranno al loro posto. E poi ci sarai tu a proteggermi. Sono ragazzi e uomini, non bestie.
-Non ti rendi conto. Questo non è il tuo mondo. Noi siamo una razza focosa che spesso si lascia travolgere dalle emozioni. Abbiamo il fuoco in noi.
-Allora tu hai sbagliato clan, perché sei la persona meno focosa che abbia mai conosciuto.
Saiel sospirò e la condusse verso la sala della festa.
Ad aspettarla c’era Altair e, accanto a lui Wes, per la prima volta senza la lunga tunica di mago, entrambi vestiti in pantaloni di pelle e maglia senza maniche.
La sala era buia eccetto per quattro grandi torce poste agli angoli della sala. Accostati ai muri c’erano alcuni divanetti e poltroncine, per il resto lo spazio era completamente sgombro per permettere liberà di movimento durante i balli. Niente male, pensò Anna e consegnò il walkman all’Arcimago. Questo disse alcune parole e l’oggetto si illuminò per un attimo, poi glielo restituì.
-Accendilo.-le disse.
Anna lo accese e la musica risuonò nella sala ad altissimo volume. Affidò il walkman a Saiel, che si era nascosto nelle ombre vicine ad uno dei muri, dove sarebbe stato immobile per tutta la notte.
Altre persone cominciarono ad arrivare, ragazzi e ragazze vestiti tutti più o meno come loro tre.
-Bene direi che si può cominciare.- disse Anna e iniziò a ballare, si portò al centro della sale e si lasciò trasportare dalla musica. Mosse i fianchi e, mani in aria, seguì il ritmo ipnotico della canzone di Ashanti che risuonava nella stanza. Poteva sentire i bassi rimbombare nella sua pancia, e si sentiva, per la prima volta in giorni, viva.
Gli altri la osservarono per un attimo affascinati, poi anche loro scesero in pista e cercarono di seguire il ritmo. Ben presto una folla danzante riempì la sala.
Anna era una candela che bruciava al ritmo della musica e il suo corpo ne chiedeva sempre di più, come se fosse drogato di ritmo. Sempre più musica, più battiti. Ballava e il ritmo saliva seguendola nel suo ballo sfrenato. Il ritmo la teneva come lei teneva lui, perché non servivano parole, le bastava lasciarsi trasportare. Senza pensare, senza riflettere, come un essere senz’anima. Mentre i piedi toccavano la pista da ballo, Anna sentì il cambiamento salire dentro di lei. Si era lasciata il mondo alle spalle, era libera, emozionata, volava senza ali. Il suo cuore correva e la musica era l’unica cosa che sentiva. Non sapeva più nulla solo che voleva ballare tutta la notte fino al mattino.
Altair la fissava rapito. Persa nella musica era bellissima e sensuale, sembrava che la passione la guidasse sulla pista. Era un falò che bruciava mentre muoveva i fianchi sinuosa. Gli sembrò persino, per un attimo, di vedere delle scintille rosse scaturire dalle sue mani mentre volteggiava. Aveva la musica nel sangue. Si muoveva libera, senza freni, ma la sua danza sembrava essere stata creata per il solo scopo di attrarlo e sedurlo.
Lo spaventava il potere che lei aveva su di lui. A causa dei suoi capelli rossi mentre danzava sembrava una fiamma viva, una fiamma che aveva scaldato il suo cuore e ora lo stava bruciando e consumando senza pietà.
Le si avvicinò, malgrado avesse paura di scottarsi. Lei gli aveva promesso che avrebbe ballato con lui e lui intendeva ricordarle la sua promessa. Ma non ce ne fu bisogno, non appena si accorse di lui, Anna gli sorrise e prese a girargli intorno, muovendosi sensualmente al ritmo hip pop. Lui le pose le mani sui fianchi e seguì i suoi movimenti. I loro corpi si avvicinarono sempre di più, finché, praticamente, iniziarono a strusciare l’uno contro l’altra. Wes apparve alle spalle di Anna, e si mise a ballare con lei prendendola per vita, e avvicinandola a sé. Aveva un buon senso del ritmo e Anna si lasciò guidare da lui. Ballò in mezzo ai due uomini, per un'altra canzone, ma poi dovette fermarsi per riprendere fiato.
Si buttò su un divanetto e si guardò attorno. Alcune coppie erano sdraiate sugli altri divani e si stavano baciando, evidentemente loro non avevano problemi di fiato.
Altair la raggiunse sul divano.
-Stanca?- le chiese passandole un braccio dietro le spalle.
-Un po’, forse sono fuori allenamento.
Lui le si fece ancora più vicino e la fissò negli occhi con uno sguardo affamato. Anna si ritrovò a guardarlo a sua volta come ipnotizzata. I suoi occhi azzurri sembravano neri nella semi oscurità e profondi come il mare. Il suo cuore prese a battere più velocemente. Avrebbe voluto scoprire cosa nascondevano nelle loro profondità.
-Non pensavo che tu potessi essere così affascinate. Ora so che oltre ad essere bella, intelligente e interessante, sei anche una donna passionale. Il mondo in cui balli lo rivela. Tu sei fatta per essere amata.- le sussurrò all’orecchio e cominciò a baciarle il viso per sfiorare la sua bocca con la sua. Le sue labbra erano calde e morbide, e il loro tocco era estremamente piacevole. Ma quando Altair la strinse a sé con le braccia, l’incantesimo si ruppe. Anna si rese conto di cosa stava succedendo. Non importava quanto fosse piacevole baciare Altair, non doveva farlo. Cedere a lui significava cedere a quel mondo alieno. Non importava quanto si sentisse sola, non poteva fidarsi, e cercare conforto in persone che ancora non conosceva. Non voleva usare qualcuno, né voleva essere usata. Spinse via Altair e sì allontanò da lui.
-Hai capito male. Io non sono interessata a te in questo senso.
-E prima allora, mentre ballavi, mentre mi seducevi?
-Sedurre? Io? Stavo solo ballando. Mi dispiace se ti ho dato l’impressione di volerti. Tu mi piaci, ma non ti conosco. Come posso cercare intimità, se non ho fiducia in qualcuno? E come posso fidarmi se ancora non so veramente chi sei? Tu sei così carino, così perfetto, puoi avere tutte le donne che vuoi, non hai bisogno di me e io sono lusingata, ma non sono interessata a te.
-Non mi importa se posso avere tutte le altre donne, io voglio solo te. Le altre sono tutte uguali, belle, ma fredde al tuo confronto, senza personalità, sempre pronte a compiacermi solo perché sono il figlio di Acaon. Tu sei diversa, tu non mi metti su un piedistallo, tu mi vedi per quello che sono. Sai quanto è raro questo? Inoltre sei bella, esotica, intelligente, e coraggiosa. Cosa posso desiderare di più? Io voglio te, solo te.
-Non mi conosci nemmeno, ci siamo visti per la prima volta una settimana fa. Tu desideri l’idea che ti sei fatto di me, ma io sono diversa da quella che credi. Non sono passionale, né esotica, anzi sono quasi sempre timida e noiosa, mi piace fare sempre le stesse cose mi dà sicurezza e non amo l’avventura. Se mi vedessi veramente come sono, non ti piacerei.
-Io ti vedo e ti voglio, non capisci? Io che ho sempre e solo chiesto e comandato, ora sono pronto a fare tutto per te. Tu e io insieme è il nostro destino.
-Tu credi che il nostro incontro sia stato voluto dal destino?
-Dal fato direi, il destino è ciò che noi facciamo di ciò che ci viene dato dal fato. Gli Dei possono solo sfiorare le nostre vite, non possono controllarle completamente. Sei arrivata nel nostro mondo, ma nessuno ti ha costretto ad accettare l’ospitalità del clan del fuoco. È stato il fato a portarti qui, ma il nostro incontro è il destino che hai scelto quando hai accettato di venire nel nostro castello.
Dio, la stava guardando con un tale desiderio, che Anna si sentiva quasi sciogliere, lui era così bello e lei si sentiva lusingata dalle sue attenzioni, sarebbe stato così facile cedere, e probabilmente piacevole, ma non poteva. E poi Altair era il classico ragazzo d’oro amato e vezzeggiato da tutti, abituato ad avere tutto quello che voleva. Il tipo di ragazzo che nel suo mondo non l’avrebbe nemmeno guardata (se non per prenderla in giro forse), e una parte di lei lo odiava per questo, anche se un'altra parte di lei era attratta da lui.
-Non voglio niente da te.- gli disse. Dal nulla al suo fianco apparve Saiel, e lei si sentì subito rassicurata. -Vorrei tornare in camera mia.-disse a Saiel e lui le prese la mano portandola via.
-Stai meglio ora? - le chiese davanti alla porta delle sue stanze.
-Sì e no. Avrei fatto a meno dell’ultima parte della serata. Gli uomini sono così stupidi a volte.
Saiel sorprendentemente scoppiò a ridere. Anna non aveva mai sentito la sua risata prima di allora.
-Le donne non sono certo migliori di noi. Posso raccontare che hai respinto Altair ai miei uomini?
-Perché?
-Perché solleverà loro il morale. Si lamentano costantemente del fatto che riesce sempre ad avere le donne più belle senza alcuna fatica, ora sapranno che non è vero, almeno non più.
-Fai come vuoi, diglielo pure, ma non mi piacciono molto i pettegolezzi, perciò dì loro di tenere la bocca chiusa.
Saiel tornò serio e la fissò pensieroso. -Perché lo hai respinto?
-Prima di tutto io non sono una che ama fare quello che fanno gli altri e inoltre lui non è il mio tipo, ecco. È troppo bello, troppo ricco, troppo carino, troppo tutto, credo sarebbe terribilmente stancante e avvilente stare con un uomo così dannatamente perfetto. E deve imparare che non si può avere sempre tutto quello che si vuole.
-Sono perfettamente d’accordo. Ora va a dormire Anna.
-È la prima volta che mi chiami per nome, lo sai?
Le orecchie di Saiel divennero rosse - Sarà l’effetto dell’averti visto ballare.
Anna gli sorrise ed entrò in camera, mentre Saiel si chiedeva cosa gli era preso per dirle quelle cose, forse vederla ballare era stato troppo anche per lui. Avrebbe dovuto essere illegale muoversi a quel modo.