Anche se è passato un po' di tempo da quel weekend, non voglio perdere l'occasione di parlare della mia prima volta alla Fiera delle parole.
Visto che ero a Padova in quei giorni, mi ero studiata un po' il programma e, compatibilmente con la necessità di dormire e fare con calma la mattina e anche di non fare code chilometriche a rischio di non entrare, avevo individuato 4-5 appuntamenti possibili. Alla fine io e C. abbiamo seguito 3 incontri che in modi diversi sono stati tutti di grande soddisfazione e ci hanno fatto apprezzare l'iniziativa nel suo complesso.
Il primo appuntamento al quale abbiamo partecipato è stato quello con Fabio Genovesi, sabato 10 ottobre, alla Libreria Feltrinelli, presentato dalla giovane Vania Trolese. La scelta nasceva dal fatto che proprio in quei giorni stavo leggendo Chi manda le onde (prossimamente la mia recensione su questo blog), al quale mi ero incuriosita perché un'amica di C. ce ne aveva parlato molto bene. Ero solo a un terzo del libro ma il tono frizzante del romanzo e i suoi bellissimi personaggi mi avevano già incuriosito. L'affollato incontro è stato molto partecipato, anche grazie alla simpatia di Fabio Genovesi, un vero toscanaccio politicamente scorretto che ci ha raccontato un sacco di aneddoti della sua famiglia e della terra dalla quale viene, rivelando l'ispirazione di alcuni contenuti di Chi manda le onde e del libro che verrà, ma anche permettendoci di capire i meccanismi creativi e le motivazioni di alcune scelte (ad esempio l'uso nello stesso romanzo della prima, della seconda e della terza persona singolare per personaggi diversi). La giovane Vania Trolese è stata non solo simpatica ma anche attenta ai dettagli del libro e capace di stimolare le risposte di Genovesi, che comunque da buon toscano non si è fatto certo pregare.
A seguire le domande del pubblico, anch'esse interessanti e attente (se Genovesi si sente più uno scrittore di romanzi o di racconti, se il fatto di essere nato sul Tirreno e non sull'Adriatico ha inciso sul suo carattere, etc.). Infine lo scrittore ha firmato le copie del libro (anche la mia in lettura!) scambiando due chiacchiere con un pubblico molto variegato, fatto di persone di mezza età ma anche molti giovani.
Il secondo appuntamento è stato quello a Palazzo della Ragione, domenica 11, con Maurizio Maggiani che presentava Il romanzo della nazione. Qui ci è toccata un po' di fila, ma solo nell'attesa che la sala si svuotasse dell'evento che l'aveva preceduto. Maggiani l'avevo scelto dopo aver letto una straordinaria intervista non solo sul suo libro ma anche sul mercato editoriale, dalla quale veniva fuori il ritratto di un ribelle senza peli sulla lingua. L'introduzione era affidata a un Alessandro Mari in versione hipster che sinceramente ho trovato troppo snob per i miei gusti. Maggiani è partito per il suo monologo in cui ci ha raccontato il perché del suo libro e il legame tra la storia della sua famiglia e il Risorgimento italiano. Si è soffermato sui temi della memoria e della nazione, lui dichiaratamente anarchico ma ormai sufficientemente invecchiato da cercare nelle storie un collante della nazione. Il pubblico - in buona parte formato da gente di mezza età - ha ascoltato attento, ma sarà stato per le luci soffuse nella grande sala ovvero per l'orario a un certo punto abbiamo deciso di uscire per fare un piccolo spuntino prima dell'ultimo incontro della nostra Fiera delle parole.
Eccoci dunque a Palazzo Moroni per la presentazione del libro di Chiara Valerio, Almanacco del giorno prima. Chiara era lì fuori che aspettava e siccome abbiamo un'amica in comune e abbiamo preso una volta un aperitivo insieme ho deciso di salutarla, salvo poi lasciarla alle sue pubbliche relazioni. La presentazione del romanzo è stata affidata a Enza Del Tedesco, docente padovana di letteratura italiana all'università. L'interazione tra le due si è rivelata strepitosa: la Del Tedesco parla lentamente, riflette su ogni parola, e fa analisi precise e puntuali, che in molti casi colgono nel segno in modo quasi inaspettato, la Valerio dà un saggio delle sue sinapsi velocissime, è mirabolante nei suoi salti da un autore all'altro, da una citazione all'altra, da un pensiero a un altro; la Del Tedesco è serissima e composta nel suo ruolo, la Valerio è ironica e scoppiettante e - alla fine dell'incontro - travolge in un abbraccio anche la sua presentatrice. Nel mezzo abbiamo capito di più del suo libro - che io avevo letto con piacere a suo tempo - e siamo entrate in contatto con due belle personalità.
Non poteva esserci modo migliore per finire questa maratona letteraria.