Titolo: La figlia dello zar
Titolo originale: Bound by love
Autore: Rosemary Rogers
Traduttore: Graziella Reggio
Editore: Harlequin Mondadori
Prima edizione italiana: 1 maggio 2010
Prima edizione: HQN Books - 1 Agosto 2009)
Pagine: 375
Prezzo: Brossura - € 6,40
Era da un po’ di tempo che volevo leggere un libro sul genere harmony e finalmente ho colto l’occasione. Iniziandolo non avevo grosse aspettative, sapendo già a cosa andavo incontro, e devo dire che non sono stata smentita.
Leonida è la figlia illegittima dello zar (be;llissima, intelligente, il ritratto dell’innocenza e bla bla bla) e accetta di compiere una missione per conto della madre: infiltrarsi nella casa del Duca di Huntley (be;llissimo, intelligente - dove ho già sentito questa descrizione? - Ah, e ovviamente ardimentoso e irresistibile) per rubare delle lettere che potrebbero minare il regno stesso dei Romanov. I due si incontrano e sono scintille fin dal primo sguardo, nonostante il focoso Stefan capisca subito che Leonida è lì per un motivo diverso dalla semplice visita di cortesia. Non ci vorrà molto perché tra i due inizi una relazione (in effetti passano così poche pagine che l’autrice poteva farli finire a letto mentre si presentavano e la trama non sarebbe stata sostanzialmente modificata).
L’intreccio è fin troppo semplice, con cattivi brutti e perversi, senza sfumature che li approfondiscano, e i buoni sono bellissimi, intelligenti e –oh, ma perché mi sembra di aver già scritto queste cose?- tremendamente sfortunati. Nonostante la facile ironia, la mia opinione non è del tutto negativa. Iniziando questo libro sapevo il genere a cui andavo incontro e non mi aspettavo nulla di eccezionale, come infatti si è rivelato. Devo ammettere però di averlo finito in pochissimo tempo, come di solito mi capita solo coi libri che apprezzo di più. Forse proprio perché non era nulla di eccezionale, sono andata avanti fino alla fine in attesa di un momento culminante, che però non c’è stato. Anche le scene tra loro due non sono state svolte al meglio, ma forse è solo perché sono abituata a libri di ben altro livello, dove i personaggi sono più approfonditi e quindi anche le scene hanno più intensità e spessore.
Un personaggio che invece mi ha intrigata, e non poco, è Dimitri Tipov, Zar dei Miserabili. A differenza degli altri personaggi, in lui ci sono molte sfumature e nonostante compaia poco, ha saputo stuzzicare la mia curiosità, molto più del Duca di Huntley che, malgrado le indubbie qualità, resta dello spessore di una figurina. Mi piacerebbe leggere un seguito su Tipov, se esistesse, perché come personaggio promette molto di più del protagonista maschile di questo libro.
Consiglio questo libro se si vuole passare un pomeriggio immersi nei paesaggi della Russia e dell’Inghilterra, ma senza troppe pretese di trame elaborate.
Questa recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.