Shilpi S. Gowda;
Shilpi Somaya Gowda è nata e cresciuta a Toronto da genitori indiani emigrati da Mumbai. Laureata alla Stanford University, ha trascorso dei periodi in India a lavorare come volontaria in un orfanotrofio. Ha vissuto a New York, nel North Carolina e in Texas, e ora vive in California con il marito e i figli. Nel 2011 esce presso Corbaccio La figlia segreta.
Titolo: La figlia segreta (isbn:9788863801033)
Autore: Shilpi S. Gowda
Serie: #
Edito da: Corbaccio
Prezzo: 18,60€
Genere: Romanzi contemporaneo
Pagine: 314 p.
Voto:
Trama: Alla vigilia della stagione dei monsoni, in un remoto villaggio indiano Kavita dà alla luce una bambina. Ma in una società che considera le femmine solo un problema, l’unico modo per salvarle la vita è quello di affidarla a un orfanotrofio. Una decisione che graverà sul rapporto di Kavita con il marito per il resto dei loro giorni, nonostante l’arrivo di un figlio maschio di lì a poco. Agli antipodi, Somer, una pediatra americana, decide di adottare un figlio dopo essersi arresa all’idea che non potrà averne di propri. Quando lei e il marito, il medico di origine indiana Krishnan, vedono la foto di Asha, una bambina dagli occhi dorati che proviene dall’orfanotrofio di Mumbai, pensano che l’amore che proveranno per lei supererà ogni ostacolo…
Un romanzo d’esordio che esplora i sentimenti legati alla maternità, alla perdita, e all’identità culturale attraverso la storia di due famiglie, una indiana e l’altra americana, e attraverso la vita di una ragazza che le unisce indissolubilmente.
«Penso che sia un’idea meravigliosa […]» le dice la madre. «[…] non creerò mai una vita» ribatte Somer. «Cara» raplica la madre, «farai qualcosa di altrettanto importante: salverai una vita».
Recensione:
“La figlia segreta” è l’opera d’esordio dell’autrice indoamericana Shilpi S. Gowda. Un romanzo commuovente e coinvolgente che narra la vita di due famiglie diametralmente opposte che si ritrovano unite dall’esistenza della piccola Usha, d’origina indiana ma americana per adozione.
La storia si snoda nel tempo e nello spazio. Ci parla della vita difficile e magra di Kavita che, incinta, finirà col dare nuovamente alla luce una magnifica bambina, Asha. Come la prima volta, però, la disperata situazione familiare di Kavita non le permetterà di tenere con sè questa piccola; la morte è tutto quello che spetta a questa creatura non adatta ad aiutare, in futuro, la famiglia. Kavita, incapace di accettare nuovamente questo tragico destino per sua figlia decide di portarla via di nascosto e lasciarla presso un orfanotrofio con la speranza di salvarla.
Immediatamente ci spostiamo nello spazio e conosciamo la famiglia di Somer e Krishnan, coppia americana alla disperata ricerca di un figlio. Figlio che però non arriverà mai, fino a quando non decideranno di adottarne uno anche nella speranza di rinsaldare quel rapporto che piano piano si stava logorando sotto i colpi della disperazione di Somer, per la sua infertilità, e l’apparente indifferenza di Krishnan che non riesce a comprendere la moglie, per quanto si sforzi.
Arriverà nelle loro vite la piccola Asha che regalerà ad entrambi la pace e la serenità che tanto desideravano. Il loro amore si rafforza e la famiglia sembra crescere assieme alla bambina nella più totale gioia e felicità, senonchè, ovviamente, crescendo Asha inizierà a sentire sempre più forte il richiamo della sua terra d’origine e la voglia, in un certo senso, di riappropriarsi anche del suo passato.
L’autrice ha una capacità straordinaria di narrare con facilità alcune fra le tematiche più complesse e sentite della nostra società, ne parla con maestria ed eleganza incredibile. La disperazione di una madre costretta a rinunciare alla propria figlia, la struggente situazione di una parte “sfortunata” della popolazione indiana, costretta a decidere se far vivere o morire i propri figli in base al possibile rendimento futuro… Senza contare l’assoluto tormento interiore che avvolge il cuore di una madre come Somar che, tradita dal suo corpo, la sua stessa essenza, non riesce a procreare sentendosi inadatta, inutile e fallita come donna e compagna.
Entrambe queste donne, con apparentemente niente in comune, si ritroveranno ad avere “il tutto” che le unisce: una figlia. Una, madre con una figlia segreta che continuerà ad amare e ricordare fino in punto di morte, e l’altra che si ritroverà ad amare più della sua stessa vita una ragazza che, in realtà, non ha dato alla luce. Saranno proprio loro, Kavita e Somer, a narrarci la storia della piccola e poi giovane donna Asha alla faticosa ricerca delle proprie radici e di se stessa, a cavallo fra la moderna e industrializzata america e la povera e disperata Mumbai.
Un romanzo straordinariamente appassionante, scritto veramente bene, che riesce ad avviluppare l’anima del lettore dalla prima all’ultima pagina, coinvolgendolo e commuovendolo.