Chi è l’editor?
Per rispondere è necessario partire da un’altra domanda:
Cos’è l’editing?
Per prima cosa, possiamo dire che l’editing è un intervento su un testo.
Ogni tipo di testo infatti può richiedere l’aiuto di un professionista in grado di correggere quello che l’autore non è riuscito a perfezionare. È un lavoro che si svolge nell’ombra, perché ovviamente la firma del pezzo, o del libro, porta un nome differente. Nonostante ciò, il lavoro dell’editor è di fondamentale importanza.
L’editing può avere diversi livelli di intervento:
- il confronto dialettico con l’autore del (futuro) libro, in cui non ci sono interventi diretti sulla scrittura, ma piuttosto una serie di suggerimenti per esempio sullo sviluppo della trama, sull’eliminazione o l’aggiunta di determinati passaggi, sulla revisione dell’incipit o del finale. Insomma, un incontro (o più) tra editor e autore per migliorare il testo;
- l’intervento diretto dell’editor sulla scrittura. Si tratta di un fenomeno comune che a volte scandalizza i non addetti ai lavori. In realtà un bravo editor non deve assolutamente corrompere l’opera, ma aiuta lo scrittore ad attuarne il potenziale.
Capita frequentemente di ripetere aggettivi, verbi o concetti, anche a breve distanza; può capitare di omettere nomi o informazioni importanti, esprimersi in maniera nebbiosa, o non rilevare una cacofonia. L’autore può (e deve) leggere e rileggere, ma ci sarà sempre qualcosa che sfuggirà. Per questo il lavoro dell’editor è indispensabile. Non dimentichiamoci che alla professione di editor si sono dedicati nomi illustri come Vittorini, Pavese e Calvino.
Quali sono i tipi di intervento?
- Operazioni sulla scrittura: punteggiatura, riscrittura di frasi, sostituzione di termini;
- operazioni sulla trama: costruzione dei capitoli, lavoro sui personaggi, tagli e inserimenti.
L’editing massiccio invece è un intervento più consistente e viene eseguito su un testo che necessita di una rielaborazione più intensa. In questo caso si interviene anche sulla trama, oppure riscrivendo dialoghi poco credibili, o addirittura cambiando porzioni di testo. In ogni caso, cercando di rispettare l’impronta stilistica dell’autore, senza alterarne lo stile.
Il ritratto dell’editor
Quali sono i requisiti e le competenze di un buon editor?
Per prima cosa, una solida conoscenza della lingua italiana. Secondariamente la capacità fondamentale di farsi da parte per entrare nei panni dell’autore e affiancarsi alla sua scrittura e al suo stile.
Inoltre chi vuol fare l’editor deve leggere, leggere, e ancora leggere. E non solo testi che rispondono alle sue preferenze, anzi, deve cercare proprio quei libri che gli sono lontani, sia per registro sia per nucleo tematico. Perché per saper fare un buon editing bisogna conoscere diversi linguaggi. Oltre a possedere una perfetta padronanza tecnica della lingua italiana, l’editor deve padroneggiare le dinamiche narrative e le loro applicazioni.
A questo punto è necessario fare una specificazione: in teoria la traduzione italiana di editor è “redattore”. Tuttavia, nella pratica le due figure non coincidono.
Questo perché, soprattutto nella concezione anglosassone, l’editor non si occupa solo dell’editing, ma ha anche un ruolo gestionale, progettuale e culturale. In sostanza, l’editor può essere definito un redattore investito di una responsabilità editoriale. In particolare, egli si occupa di:
- valutare le proposte editoriali sulla base della variabile mercato;
- discutere le proposte che ritiene pubblicabili con il direttore editoriale, cui spetta l’approvazione del piano editoriale;
- collocare i testi “promossi” nelle varie collane;
- curare il lavoro di editing.
Editing e correzione bozze
Questa è la storia di un labile confine.
Che relazione esiste tra editing e correzione bozze?
Sono due ambiti diversi che spesso si incrociano, si confondono, si sovrappongono.
Di solito l’editing precede la correzione bozze, che rappresenta l’ultima fase prima della pubblicazione.
Più precisamente, il correttore di bozze dovrebbe occuparsi della revisione finale per eliminare gli eventuali refusi che possono essere sfuggiti all’editor. Inoltre interviene per aggiustare gli spazi e uniformare il testo in base alle norme redazionali. L’editor invece interviene per migliorare il testo dal punto di vista contenutistico e formale. Risulta chiaro come queste due professioni, nella loro applicazione, tendano a sconfinare l’una nell’altra.
In realtà, ormai possiamo tranquillamente affermare che i correttori di bozze sono spariti: sia come ruolo interno nelle case editrici medio grandi, che per questa funzione si servono di collaboratori esterni, sia come funzione tout court dalle case editrici piccole.
In parte sono stati sostituiti dai sistemi automatici di correzione ortografica compresi in ogni programma di trattamento dei testi. Dove l’automatismo si rivela insufficiente, la responsabilità della correzione ricade sull’editor.
Giulia Di Re