Francesco Lupo :
Francesco Lupo è nato a Oliveto Citra, in provincia di Salerno, il 5 aprile 1979, ma è cresciuto e ha studiato in provincia di Bologna dove la sua famiglia si è trasferita. Oggi vive a Medicina in provincia di Bologna. Diplomato in elettronica e automazione, Lupo è al suo primo romanzo, nato nelle pause di un lavoro che lo hanno portato spesso lontano da casa. Appassionato di letture che spaziano dal thriller al romanzo di avventura, Lupo ha trovato la sua dimensione nel genere noir. Attualmente si sta concentrando sullo studio dei Maya, delle teorie catastrofiche e, in particolare, di quelle sul 2012. Sarà l’argomento del suo prossimo romanzo?
Titolo:La Fillette Triste
Autore: Francesco Lupo
Serie: #
Edito da: Absolutely Free
Prezzo: #
Genere: horror, thriller
Pagine: 236 p.
Voto:
Trama:
Un nuovo, letale virus sta colpendo gli utenti del peer to peer, ma non si tratta di un virus informatico. Una sindrome misteriosa, legata a un’antica leggenda e a una maledizione, sta mietendo vittime in tutta Europa a causa di un video casalingo distribuito random sul web, nel quale viene filmato l’omicidio di un adolescente: nottetempo, chiunque abbia la sventura di osservare il filmato rimane orrendamente paralizzato, ma cosciente, fino al sopraggiungere di una morte lenta e angosciosa.
Quando anche a Londra, Mae Ho e Nick Norwood vengono colpiti dal morbo misterioso, l’amico Lalo, con l’aiuto di un professore universitario e di un hacker informatico, si metter sulle tracce della maledizione che accompagna il video. Una ricerca che lo condurrà lontano e che lo porterà a rischiare la vita pur di trovare la soluzione a questo inspiegabile rompicapo.
“La Fillette Triste”, un horror-thriller che unisce archeologia e informatica, azione e divertimento. La soluzione del mistero si dipanerà a poco a poco in un susseguirsi di colpi di scena che lasceranno il lettore con il fiato sospeso, in un intreccio che unisce realtà e fantasia, archeologia, mitologia, psicologia.
Recensione:
Devo premettere che non sono un’ amante del genere per un semplice motivo: ho paura e credo che neanche un ragazzino di 8 anni sia suggestionabile quanto me. Detto questo ho letto il libro di Lupo e dormo sonni tranquilli, la sua idea è poco originale, come dice anche lui all’interno del libro, sembra ripresa dal film “The ring”, ma la sua spiegazione e la soluzione al caso non è affatto scontata anche se è al limite della fantascienza e, a mio parere, sviluppata male.
Il libro non decolla, l’autore non fa altro che descrivere per le prime 150 pagine il modo in cui la maledizione agisce sui ragazzi che hanno visto il video, credo che l’idea sia chiara già dopo la prima descrizioni, magari racconta un altro caso, ma tre mi sembrano eccessivi soprattutto se te li trascini dietro per così tante pagine, ripetendo in sostanza il primi 2 capitoli. La questione inizia a farsi più interessante quando entra in scena il professor Rosswell che sembra aver almeno una vaga idea di ciò di cui stiamo parlando. Affranto del dolore causato dalla morte della figlia, prima vittima del video, è ossessionato dalla ricerca della spiegazione di questa morte. Il suo personaggio però non è altro che un supporto alla storia non è un personaggio presente, a cui ci si affeziona e ci si interessa,il suo ruolo all’interno del libro è chiaro: deve far ripartire il racconto da un punto più avanzato per poter offrire la soluzione di tutto che viene svelata in poco più di 50 pagine. E non è lui a trovarla, né il protagonista della storia che ancora una volta è completamente inutile se non fosse per le sue conoscenze. Infatti il mistero viene risolto da Milo, l’amico hacker di Alan, e dalla sua fidanzata, che con un intuito che definirei paranormale riesce a trovare il modo per rompere lo stato di ipnosi dentro il quale sono caduti tutti coloro che hanno visto il video, compreso Lalo che ritroviamo alla fine del libro appena uscito da un coma e a cui viene riconosciuto tutto il merito della scoperta anche se in definitiva non ha fatto altro che scaricare per sbaglio quel file.
Non saprei dire se ciò è un bene o un male per lui, visto che il finale di Lupo lascia aperta la porta del sequel, anche se il libro può essere considerato concluso. Molte cose rimangono in sospeso e anche se la spiegazione è molto interessante, ma poco sviluppata come ho scritto sopra, le motivazioni che spingono il colpevole a organizzare tutto questo non è chiaro, a parte considerare una schizofrenia congenita e altri problemi psicologici che colpiscono, in un modo o nell’altro, tutta la sua famiglia, ma comunque niente è dichiarato e tutto viene lasciato alle supposizioni del lettore.
Il libro è scorrevole, si legge anche in poche ore, la sua scrittura è forse un po’ troppo interrotta, troppi paragrafi brevi. Nonostante ciò la storia si segue con facilità tranne quando Lalo e Milo parlano di informatica e computer, per quanto l’autore cerchi di rendere comprensibili questi argomenti, per una come me che non conosce la materia e né le interessa capirci qualcosa in più delle basi, lo scambio di battute tra i due risulta un po’ ostico. In conclusione non so dire se Francesco Lupo ci riserverà qualche piacevole sorpresa in futuro, ma ha delle idee interessanti.