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Dormire è un peccato se nulla si ha da fare o se si preferisce rinunciare a qualche ora della giornata?Sono stato educato, mio malgrado, alla contro-cultura del sonno (cioè a svegliarsi presto) e ogni tanto penso a quelli che riescono (beati loro) a farsi delle lunghe pisolate fino a mezzogiorno o l'una del pomeriggio.Chi dorme tanto è più felice, è innegabile. In certi casi il dormire è anche rivoluzonario (si cerca, come dicevo prima, di rinunciare ad alcune ore del giorno), perché indispone gli altri, come se fosse uno sciopero. In realtà chi dorme troppo non rinuncia a nulla perché recupera le ore perse al mattino, durante la notte.La notte è artistica, silenziosa, meditativa, progressista, rivoluzionaria; il mattino è reazionario, qualunquista. Per alcuni il mattino è un simbolo morale (una persona sana si alza e fa sport oppure si rende subito attiva per dare una forma a se stesso, perché l'informità fa paura...il mattino disciplina, non a caso in caserma ci si alza alle cinque o alle sei, forse, perché, anche non ammettendolo, alzarsi presto è un grande sacrificio, una violenza).Molti borghesucci moralisti si alzano alle sette anche se sono disoccupati o se non hanno nulla da fare....molti adolescenti sono obbligati a fare questo da madri rigide come uno stocafisso. E' tremendo alzarsi prestissimo e rimanere in casa, senza avere nulla da fare. Allora è meglio uscire, traumatizzarsi col freddo, col traffico, svegliarsi in questo modo. Il sonno forse ha anche a che fare simbolicamente con la morte, la sveglia violenta ci illude a una qualche forma di salvazione...lo strappo incauto alla Morte.