L'animalaccio che potete vedere in questo francobollo è il Raphus cucullatus, meglio noto come Dodo. Bestia davvero anomala, un gallinone alto più di mezzo metro, grande e grosso con l'occhio mite della vacca lattifera, che se ne campava tranquillo e sereno a Mauritius nell'Oceano Indiano, isola che popolava allegramente sguazzandoci in lungo e in largo senza dare fastidio a nessuno e, per la verità, senza che nessuno desse fastidio a lui. Era felice il Dodo? Chi può dirlo con certezza? L'unica cosa sicura è che si moltiplicava allegramente, popolando la foresta e ingrassando in santa pace. Grande mangiatore di frutti deliziosi e carnosissimi, zampettava tutto il giorno, quando non doveva inseguire la sua femmina, se lei era impegnata a deporre uova grosse come papaie. Non ce la faceva neanche più a volare. D'altronde chi glielo faceva fare.
Tutto quello sbattimento di ali per sollevare quel corpaccio pesante e goffo solo per andare a becchettare gli stessi frutti dall'altra parte dell'isola? Non ce n'era ragione. Gli piaceva vestirsi bene. Infatti sembra che avesse un bel piumaggio colorato con le ormai inutili remiganti che presentavano tutta una sfumatura di gialli vivaci e un buffo ciuffetto di morbide piume come coda. Ce n'erano un sacco in giro per l'isola, si può dire che ne era completamente sovrappopolata; nessuno che rompesse loro le scatole, con il solo problema di consumare tutto quel ben di Dio che cascava dalle piante. Poi è capitato qualcosa. Il dodo si è incupito e in poco tempo non si è più fatto vedere. L'ultimo pare sia stato segnalato alla fine del 1600. Hanno detto che si è estinto a causa della caccia feroce a cui è stato sottoposto e per la facilità con cui, ingenuone si lasciava acchiappare ignorando che sarebbe finito in pentola, ma è un falso clamoroso. Pare che le sue carni non fossero assolutamente appetibili; si era evoluto così apposta per evitare i predatori, non era poi così scemo. Semplicemente si è lasciato andare, non ce l'ha più fatta a sopportare tutti quei cambiamenti.
Il granturco e la canna da zucchero gli facevano schifo, un po' come al suo collega, il Panda maggiore, che se non ha quella varietà speciale di teneri germogli di bambù piuttosto si lascia morire di fame. Casì, nella lingua inglese il nome Dodo è ormai ormai ironicamente sinonimo di incapace di adeguarsi alle nuove circostanze ed ai nuovi tempi e dire gone the way of the dodo, significa diventare anacronistico e fuori moda. Mi par di vederlo che scrolla il testone con quel becco enorme e leggermente adunco, impegnativo, faticoso anche da portare, mentre squadra pensoso l'i-Pad e borbotta che quella è roba che non attacca, che lui il giornale preferisce sfogliarlo, per sentire l'odore della carta fresca di stampa, corrucciato perchè non trova più un televisore a tubo catodico e poi se ne esce dal negozio a cercare qualche papaia matura tanto per tirarsi su di morale. Forse non si è estinto come dicono. Se ne starà ancora da qualche parte, rintanato nel folto della foresta più fitta a lamentarsi con qualche scimmia che si stava meglio prima, ma ormai neanche più quella gli dà più retta.
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