La fine del Dwightmare: un’analisi

Creato il 10 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Nel caso in cui la trade di cui tutto il mondo della palla a spicchi sta parlando in queste ultime ore venisse confermata (ma oramai si è sicuri al 99%, persino il sito ufficiale NBA.com l’ha pubblicata), i Los Angeles Lakers diventano di diritto la squadra favorita al titolo NBA 2012/2013: vediamone nel dettaglio il perché e cosa questa trade significhi per le altre tre squadre coinvolte.

I Lakers in pratica scambiano Bynum con Dwight Howard al prezzo di una 1° scelta futura più l’acquisizione dei contratti di Chris Duhon ed Earl Clark (circa $5 milioni in due). La scelta al draft è di poca rilevanza (a meno che la scelta non sia protetta e questo vale anche per le s

celte al draft ricevute da Sixers e Nuggets… ma anche in quel caso, quanto dovranno aspettare i Magic affinché queste tre squadre siano scarse abbastanza da avere uno dei peggiori record della lega?) dato che i Lakers sono costantemente una delle squadre migliori della lega e che quindi pescano sempre con le ultime chiamate del primo giro, mentre Duhon e Clark scalderanno la panchina, ma entrambi potrebbero aiutare i Lakers (in limitati minuti) dato che giocano nelle due posizioni più scoperte nel roster Gialloviola (PG e reparto lunghi).

Ci sono solo due rischi per i Lakers in questo scambio. Il primo è che Howard arriva da un infortunio alla schiena (un’ernia del disco), cioè uno degli infortuni più delicati per un atleta che deve saltare su e giù per 40 minuti e fare a spallate ogni due giorni: questo vale in maniera ancora maggiore per Howard che domina principalmente grazie al suo fisico ed al suo atletismo. Il secondo rischio è che Howard è in scadenza di contratto e che fonti vicine al giocatore hanno già detto che non rinnoverà con i Lakers ma che “esplorerà” la free agen

cy la prossima estate. Questo è un rischio minore per diversi motivi: prima di tutto L.A. è il mercato cestistico più glamourous, più affascinante del mondo (anche più di New York), inoltre i Lakers dovrebbero arrivare come MINIMO in finale di conference ed hanno assolutamente tutti i mezzi per vincere il titolo (come già detto), e sono una squadra i cui giocatori migliori sono sulla via del tramonto (Kobe, Nash, anche Gasol), per cui Howard in pochi anni potrebbe ritrovarsi ad essere la stella più splendente della squadra di basket più conosciuta al mondo, insomma una manna per qualsiasi tipo di attrattiva publicitaria o cinematografica (Hollywood?). Questo aspetto economico ci porta anche all’ultima motivazione, cioè il fatto che grazie al nuovo CBA, la prossima estate i Lakers saranno la squadra che potrà offrire più soldi di tutti (ed anche con grande scarto) ad Howard per convincerlo a restare.

Da un punto di vista strettamente tattico, Howard (che come hobby colleziona titoli di Defensive Player of the Year) cambia completamente l’assetto e la mentalità difensiva dei Lakers, migliorandoli immediatamente, e se dall’altro lato è chiaro che Bynum è molto più completo offensivamente, non bisogna scordarsi che una squadra che ha già Nash, Kobe e Gasol non ha un disperato bisogno di un altro giocatore dominante offensivamente (e forse proprio questo è stato il motivo dei “capricci” di Bynum): infine non bisogna scordare che Howard ha una media in carriera di 18.4 punti, tutti fatti con gente come Jameer Nelson e Turkoglu (per carità, buoni assistmen) a passargli il pallone, qualcuno dubita del suo possibile apporto offensivo in pick&roll con Nash o per concludere sottocanestro le giocate di Bryant o Gasol?

I Denver Nuggets invece acquisiscono Andre Iguodala in cambio di Arron Afflalo, Al Harrington, una scelta al draft al 1° giro ed una al 2° (del 2013, tramite Golden State). Questo scambio permette ai Nuggets di risparmiare molto in termini monetari in quanto Iguodala ha un contratto di circa $15 milioni per il prossimo anno e la possibilità di prolungarlo di un anno ancora per $16 milioni, mentre Afflalo ha un contratto di altri 4 anni per $31 milioni e Harrington di 3 anni a $21 milioni. Inoltre Iguodala è un All-Star che migliorerà subito Denver da un punto di vista difensivo e che si adatterà benissimo allo stile della squadra fatto di corsa e transizioni.

I Philadelphia 76ers danno via l’ormai consueta prima scelta al draft ai Magic più le loro scelte al primo giro degli ultimi due anni, cioè Maurice Harkless (2012) e Nikola Vucevic (2011), per prendersi Andrew Bynum, cioè il secondo centro più dominante dell’NBA dopo Howard (anche se oramai si potrebbe discutere su questa gerarchia..), ed accollarsi il contrattone di Jason Richardson (ancora $18 milioni dovuti nei prossimi 3 anni). Dal punto di vista del talento i Sixers ci guadagnano enormemente, trovando finalmente il lungo dominante che cercavano da anni, anche se ora il problema sarà affiancargli un quintetto all’altezza: a parte Jrue Holiday ci sono tantissimi punti interrogativi nel roster di Philadelphia. Inoltre quanto detto in precedenza per il contratto in scadenza di Howard vale per Bynum, anch’esso in scadenza: in questo caso i 76ers avranno solo una carta per convincere Bynum a restare, quella verde con tanti presidenti americani disegnati sopra, e non è detto che sia abbastanza.

Gli unici che sembrano perderci da questo scambio sono gli Orlando Magic, che ricevono proprio poco in cambio di uno dei giocatori che spostano di più nell’intera lega. Afflalo, Harrington, Vucevic e Harkless sono una combinazione di giocatori che fa dire “mah” agli appassionati di basket e “sigh” agli appassionati di basket che tifano Magic, mentre le 3 scelte al draft al 1° giro vengono da squadre che sono costantemente nei quartieri medio/alti della lega e quindi, a meno di protezioni strani, queste draft pick si tramuteranno in scelte fuori della lotteria, fra la 15° e la 30°.

Ovviamente c’è sempre la remota possibilità che il rookie Harkless si riveli uno steal, che Vucevic continui a svilupparsi diventando un ottimo lungo, che i Magic sfruttino al massimo le scelte al draft trovando delle gemme nascoste alla fine del primo giro e che magari Andrew Nicholson sfrutti lo spazio liberato da Howard nel frontcourt di Orlando per sorprendere tutti.

Questa però è appunto una possibilità molto remota e se confrontiamo questa trade con quella di altre squadre costrette a rinunciare ai propri giocatori-franchigia non si può evitare di storcere il naso: quando gli Utah Jazz cedettero Deron Williams agli allora New Jersey Nets, ricevettero Devin Harris, Derrick Favors, cioè una 3° scelta assoluta ed uno dei lunghi con miglior prospettiva futura della lega (se ne parlerà in un articolo futuro), più due scelte future molto alte, una tramutatasi in Enes Kanter (anch’esso 3° scelta assoluta) e l’altra che dev’essere ancora utilizzata ma che sarà comunque molto alta a meno che i Warriors (che a loro volta avevano scambiato la loro scelta ai Nets in una trade precedente) non siano una delle 6 squadre peggiori della lega per altre due stagioni consecutive. I Denver Nuggets invece, in cambio di Carmelo Anthony, ricevettero dai Knicks Raymond Felton (reduce dalla sua miglior stagione in carriera), Wilson Chandler, Danilo Gallinari (due fra le ali giovani più promettenti in quel momento) più Timofey Mozgov (un lungo quantomeno decente, già merce rara in NBA), la scelta al 1° giro del 2014, due scelte al secondo giro più $3 milioni in cash. Infine è storia recente lo scambio fra New Orleans Hornets e L.A. Clippers, con Chris Paul da una parte e dall’altra una scelta al 1° giro non protetta (di Minnesota) in uno dei draft più profondi degli ultimi anni, poi tramutatasi in prima scelta assoluta e quindi in Anthony Davis, più Chris Kaman (un centro più che decente e quindi merce ancora più rara), più Al-Farouq Aminu ed Eric Gordon, cioè la shooting guard NBA del futuro insieme a James Harden.

Se si considera il fatto che Dwight Howard in NBA domina molto di più di quanto possano fare Chris Paul, Deron Williams e Carmelo Anthony (vedasi dov’è arrivato Howard con i Magic e dove gli altri con le rispettive squadre), possiamo essere certi che, ad oggi, gli Orlando Magic sono i grandi sconfitti del giorno.


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