2 aprile 2015 Lascia un commento
E’ vero al contrario che tanti col discredito e le illazioni ci mangino, qualcuno ci fa persino carriera e coi siti sponsorizzati, chi la spara piu’ grossa vince e guadagna.
Accade anche che proprio i peggiori cacciaballe si appoggino talvolta su fatti concreti ma in mezzo a tante fesserie, si corre il rischio di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Dall’altra parte, la stampa dei poteri forti, quella asservita al padrone, quella che pontifica e detta la morale, non censura i fatti e chiariamo che la censura specie da che esiste il web, e’ una invenzione di comodo delle carogne di cui sopra e dei cretini che se la bevono, bensi’ si limita a relegare le notizie in fondo ai giornali o alle pagine elettroniche. In questo modo la faccia e’ salva e nel concreto solo chi e’ attento raccoglie.
Esiste la disinformazione pero’ ed e’ sotto forma di pareri degli esperti, di martellamento mediatico tale per cui qualunque menzogna diviene verita’, basta raccontarla un buon numero di volte.
Ecco come accade percio’ che si possa andare in televisione a dichiarare che e’ iniziata una rinascita quando il baratro e’ innanzi gli occhi di tutti, giusto per citare una delle coglionate piu’ in voga al momento.
Piu’ la cazzata e’ grossa, piu’ e’ necessario urlare forte e ripetutamente per farla mandare giu’ al popolo sempre meno sovrano e ancora oggi ripetere quanto bene ci abbia fatto l’euro e’ una sfida davvero ardua. Forse una ventina di anni fa era possibile, coi professoroni, quelli che hanno massacrato aziende e bilanci a dirci che "con l’Euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo un giorno in piu’", l’imbecille poteva pure crederci, come si poteva credere che i vantaggi sarebbero arrivati sul lungo periodo- 15 anni bastano? - e ancora oggi a dirci che l’Euro non c’entra con problemi di ben altra natura o che siamo noi troppo stupidi, disinformati, ignoranti a non capire, non sapere, non vedere, non prevedere. Sara’ ma il disastro dell’intera eurozona e’ palese e sfido a raccontare ancora si tratti di tragica fatalita’. Si perche’ chi invece qualcosa da tempo legge, sa che lo scenario attuale fu anticipato da molti economisti gia’ alla fine degli anni ’90.
Come si e’ potuto arrivare a tutto questo? Chi l’ha deciso e soprattutto come e’ possibile che non ci sia alcuna reazione da parte di tutti noi quando in passato sono saltate poltrone oltre che teste per molto meno?
Piu’ importante pero’ e’ sapere se c’e’ modo di uscirne e come ed e’ qui il senso del libro di de Benoist.
Personaggio scomodo, come potrebbe essere diversamente, attaccato con ferocia e regolarita’ ma di fronte a fatti concreti e verificabili, a europeisti e mondialisti non resta che tacere e divulgare il suo nome il meno possibile, vuoi mai che acquisisca lettori.
Non ci sono ricette facili, non c’e’ demagogia anche perche’ al contrario di tanti omologhi da rotocalco, egli sa che non esistono circoli benestanti o ordini massonici conquista-mondo ma la pura e semplice avidita’ che porta chi puo’ a divorare cio’ che lo circonda.
Testo che non si limita a puntare il dito ma suggerisce soluzioni, soluzioni tutt’altro che facili anzi talmente complicate da non lasciare molta speranza se non attraverso una concertazione tra popoli che ben difficilmente potra’ realizzarsi.
illuminante e deprimente, evitare di leggerlo nelle ore che precedono il sonno, perche’ l’abisso e’ spiegato con troppa chiarezza per non comprendere la profondita’ del salto che ci spetta.
A questo punto ognuno e’ libero di continuare a vedere la luce in fondo al tunnel che ci stanno raccontando o il buio tetro che ci precede. In ogni caso buona fortuna.
PS: per chi crede sia facile smontare la ricostruzione di de Benoist, si rilegga il monologo di Jensen da "Quinto Potere". E’ gia’ tutto li’. Ed era il 1976.