Come verbi all’infinito, come strade che corrono verso l’orizzonte, come affermazioni senza soggetto.
In un recinto vuoto provai a circoscrivere qualcosa che mi apparteneva; qualcosa che pensavo mi appartenesse.
Su un foglio labile provai a racchiudere di grafite qualcosa che mi sfuggiva e che non era mai mio; pensavo mi spettasse.
Ma delle cose che ami non si determina né la fine né l’inizio. E’ un teorema imprescindibile della vita.
E forse- potrebbero dire i vecchi saggi- forse è meglio così.