Ma guarda un po': è bastato che il ministro della Salute Lorenzin annunciasse che il prossimo decreto sulla fecondazione eterologa non prevederà la compatibilità del donatore coi genitori in base al colore della pelle, dei capelli e degli occhi – cosa invece perorata da società scientifiche e cliniche specializzate in un documento inviato al Ministero – per riscoprire improvvisamente che razza, colore della pelle, e magari un certo, inconfondibile taglio degli occhi, son tutti particolari che contano maledettamente quanto toccano da vicinissimo anche i migliori esemplari della società civile. Eppure i figli nati con la fecondazione eterologa sono geneticamente solo per metà figli dei «genitori». E’ un fatto. Vogliamo forse fare finta che non sia così? Si ha forse paura che un bel rampollo schiettamente mulatto o meticcio possa rovinare la commedia? Che senso ha, una volta fatto questo passo, nascondersi dietro il paravento della compatibilità? Quale mai potrà essere, agli occhi di genitori di un figlio che solo per metà è geneticamente loro – genitori seri, consapevoli e col coraggio delle proprie azioni – la differenza tra un figlio somaticamente compatibile e un altro somaticamente non compatibile? Questa dolciastra, stupida e sentimentale compatibilità, per usare il linguaggio dei migliori esemplari della società civile di una volta, non è forse una fisima piccolissimo-borghese? E questa fisima piccolissimo-borghese non è forse l’inevitabile e compatibilissima figlia di quell’altra fisima del diritto ad avere figli?
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[RISPOSTE AI COMMENTI - Sono contro la fecondazione eterologa, che è la prima aberrazione, e contro le successive e conseguenti aberrazioni cui il ministro tenta di porre un limite. Perché una volta accettata la logica della compatibilità, una volta accettato “l'umano” desiderio dei genitori di avere figli quanto più simili a sé, oppure una volta inquadrato questo “umano” desiderio nel concetto più ampio del principio di “autodeterminazione” dov'è che ci si ferma? - ...sono contrario per principio alla fecondazione eterologa. Tuttavia non si deve aggiungere il male al male, e in questo senso va letto il mio post. E deve restare chiaro che se anche sono i “prodotti” di una pratica che riteniamo moralmente illecita, ed io certamente la ritengo tale, i figli della fecondazione eterologa conservano in tutto e per tutto, naturalmente, la loro dignità di persone, né devono sentirsi menomati in alcunché di essenziale. Giudico inoltre sbagliato, dal “nostro” punto di vista, colpevolizzare i genitori una volta che il passo è stato fatto. Anche davanti all’errore bisogna restare costruttivi.]
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