Al presidente granata sono bastate due sconfitte contro Livorno e Frosinone per decidere che Papadopulo non era l'uomo giusto per il finale di stagione granata. Il 63enne livornese era arrivato per dare la scossa a Bianchi e compagni, ma se ne torna a casa dopo appena sette allenamenti e 180 minuti passati sulla panchina in campionato.
Davvero troppo poco tempo per una qualsiasi valutazione sul suo operato. Per chiunque meno che per Cairo, che ha deciso (ed è la quarta volta che accade durante la sua presidenza) di richiamare alla guida della squadra un tecnico già esonerato: lo aveva fatto con De Biasi, Novellino e, appena tredici mesi fa, con Colantuono “giubilato” a novembre e richiamato a gennaio al posto di Beretta.
Il patron granata, evidentemente deluso per il brutto 0-1 incassato in Ciociaria, ieri mattina si è consultato con il ds Gianluca Petrachi che subito dopo telefonava a Lerda, per avvertirlo che da lì a poco sarebbe arrivata una chiamata del presidente. Ricontattato Lerda, nel pomeriggio arrivava il momento di avvisare Papadopulo, nel frattempo spettatore ignaro all'Olimpico di Juve-Brescia. Anche qui le modalità di comunicazione erano le stesse: telefonata preparatoria di Petrachi ad anticipare la chiamata del presidente che notificava all'ex tecnico di Bologna e Lazio l'esonero.
«Cairo mi ha comunicato la sua decisione verso le 18 - racconta Papadopulo -, ringraziandomi per il lavoro svolto e rinnovando la sua stima nei miei confronti. Il rapporto di lavoro è finito, ma l'amore per il Toro resta. Pensavo a uno scherzo, sono attonito e non riesco a capire le motivazioni. Con la squadra ho potuto svolgere appena sette giorni di lavoro e comunque contro il Frosinone si erano visti dei miglioramenti. Tutto pensavo fuorché a un epilogo del genere...assurdo». E poi aggiunge: «D'altra parte, quando si pensa più ai giornali, che al campo, questo non può che essere il naturale decorrere degli eventi. Nel calcio serve molta più razionalità. Se si vogliono ottenere risultati, occorre il tempo materiale per poter lavorare». Riguardo a Petrachi, sponsor (sconfessato) di Papadopulo al Toro, l'ex allenatore granata dice: «Se ci sarà rimasto male? Verosimilmente sì... Ma come diciamo in Toscana tra moglie e marito non mettere il dito. Certo è che da questa situazione nessuno esce vincitore». Poi conclude: «Auguro ai tifosi e alla società di ritornare subito in A».
Traguardo che a 10 gare dal termine pare a dir poco una chimera per un Toro giunto al quarto ko di fila e atteso, sabato pomeriggio (ore 18), dall'insidiosa trasferta ad Ascoli. Con la zona playoff a 4 punti e la zona playout a 7 punti (il Toro è la squadra che nel 2011 ha fatto meno punti di tutti, appena 9), la priorità di Lerda è di ottenere subito 3-4 vittorie che evitino al Toro un finale di stagione in sofferenza. Anche perché, se dovessero arrivare 20 punti, ovvero quanto raccolto all'andata nella serie record di 10 partite utili cominciata proprio contro l'Ascoli, non è affatto detto che questi potrebbero bastare per conquistarsi un posto nei playoff. Ma il vero problema granata non riguarda solo gli avvicendamenti degli allenatori, quanto la progressiva perdita di visibilità del marchio Toro a livello nazionale. L'ultimo esempio? La partita di Frosinone non è stata inclusa tra le sei dirette della trasmissione RadioRai «Tutto il calcio minuto per minuto» dedicata alla serie B. Fine delle trasmissioni.