L’ampia nicchia centrale, finacheggiata da pilastri, avrebbe dovuto contenere una colossale statua raffigurante Giove Capitolino (come afferma il Vasari): vi venne collocata una Minerva (oggi nel museo capitolino) come risulta da un incisione eseguita dal Duperac nel 1568. Nella grande nicchia fu poi definitivamente collocata (1593) una Minerva seduta (proveniente da Cori) di assai modeste dimensioni, restaurata e trasformata in Dea Roma o Roma Trionfante.
Sistemata su tre basamenti, la piccola statua ha il panneggiamento in porfido e la testa e le estremità in marmo bianco, impugna con la mano sinistra una lancia e con la destra sorregge una sfera simbolo dell’impero del mondo. Ad esse furono affiancate due statue in stucco (rimosse nel 1720 e poi scomparse) raffiguranti due barbari o “prigioni” secondo la nota iconografia della <<Roma Triumphans>>
La sistemazione a fontana avvenne in seguito ad apposito concorso vinto da Matteo Bartolani da Città di Castello il cui progetto fu più volte modificato nel corso degli anni.
Attraverso cinque aperture ricavate alla base della statua centrale, l’acqua si raccoglie entro due vasche sovrapposte di marmo bianco. Ai lati della fontana sono sistemate, secondo il disegno michelangiolesco , due statue giacenti di divinità fluviali del II sec. d.c. già nelle terme costantiniane del Quirinale.
Quella a sinistra, she si appoggia alla sfinge, rappresenta il nilo, con la cornucopia simbolo della fertilità del fiume africano;
quella a destra rappresenta il Tevere con la lupa (che sostituì la tigre) e i gemelli aggiunti posteriormente come adattamento simbolico della statua che originriamente raffigurava il Tigri.