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La fornero, la manovra e l'ordine dei giornalisti: un'altra cazzata (see you pubblicisti)
Creato il 23 dicembre 2011 da EldacarLeggevo in giro in questi giorni, di quanto la Fornero abbia fatto incazzare Camporese e Iacopino, andando ad attaccare l'OdG e parlando dei benefici presunti dell'ordine, di questo e di quello. Ora, fermo restando che un politico che parla di privilegi di altri fa ridere (e ora la Fornero, che piaccia o no, è una politica con tutto quello che ne consegue), le questioni emerse potrebbero anche essere interessanti. Considerando che è proprio la questione degli ordini che fa ridere i polli a prescindere, come sempre in mezzo a qualche riflessione giusta, spunta sempre una cazzata però.
Questa volta si tratta dell'abolizione dell'elenco pubblicisti, la lista sfigata che distingue giornalisti e giornalisti. Peccato che il tutto sia regolamentato completamente a cazzo ed è proprio in questo momento che il punto diventa delicato. E lo dico da iscritto all'ordine che con il giornalismo, le relazioni pubbliche e tutto quelle che ruota intorno a queste cose, ci campa da 11 anni (5 in una redazione, 3 a capo di un ufficio stampa, altri 2 nel web e come freelance per la carta, ora di nuovo come responsabile di un ufficio stampa, tra le altre cose). Personalmente per esempio, ho sempre rifiutato di sostenere l'esame da professionista, perchè fattivamente non mi è mai servito ad una mazza: ho fatto e diretto riviste per anni che venivano prodotte in una redazione vera dove lavoravano giornalisti veri con impegni veri. Ho scritto e scrivo per testate generaliste importanti. Ho seguito la comunicazione di un gruppo da 100.000.0000 e passa di fatturato l'anno, con 250 e più prodotti finiti nei negozi, con relativa press release a corredo. Ho fondato e diretto un'azienda (che poi mi è stata ciulata ma è un altro discorso quello) impostando la versione italiana di un sito da milioni di utenti in Europa, dopo averne diretto uno ancora più grande poco prima. Sono di nuovo tornato a gestire un press office, all'interno di un'altra holding da quasi 500.000.000 di fatturato. Il tutto, tranquillamente, da pubblicista. Ed esistono professionisti che, forse, vedranno una redazione con il binocolo collaborando a distanza con testate sfigatissime, semplicemente perchè hanno frequentato una scuola che, fino ad oggi, ha significato per molti sfruttamento e casini inenarrabili alla fine del ciclo di studi (quando è andata bene).
Il criterio per cui si ha avuto accesso ai due elenchi, in sostanza, è sempre stato una minchiata. E ora questa minchiata, sta uscendo fuori in tutto il suo splendore, all'indomani delle dichiarazioni della Fornero che, pare, porterebbero a uno scenario tragicomico di una lista ad esaurimento, perchè un titolo acquisito (come il mio per esempio) non può essere tolto a muzzo. E la problematica più grande poi, sarebbe quella dei fondi INPGI: i contributi versati dalla lista sfigata, dove minchia andrebbero a finire? Scenario ancora più divertente, sarebbe quello del professionismo per tutti. Ma poi lì magari, qualche collaboratore de Il Tempo a 10€ ad articolo da casa (storia tristemente vera), avrebbe pure da ridire perchè io non ho studiato. E poi,beh, io scrivo di giochini, mica di cronaca nera e di cose serie.
Bel posto l'Italia.
LETTO TUTTO? BENE. ORA REGISTRATI SUL FORUM CHE FA FICO E POSSIAMO PURE LITIGARE, POI
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