La fortuna
Post n°287 pubblicato il 13 Novembre 2013 da pablo andresIl concetto di fortuna si inquadra in astrologia nell'asse Gemelli (Mercurio) e Sagittario (Iove, Zeus per i greci). Ma esiste davvero la buona sorte? Quando un cliente mi chiede se funzionano amuleti, scongiuri, riti, rispondo sempre ugual...e:
"Funziona ciò in cui tu credi."
Nell'asse Gemelli-Sagittario (quindi 3a e 9a casa) risiede il nostro modo di pensare il nostro atteggiamento mentale. E' quindi altrettanto ovvio che guardandosi in giro vedremo a colpo d'occhio alcune persone hanno una vita di successo e tutto sembra filargli liscio, mentre ad altre, al contrario, non ne va una dritta, Fantozzi e la sua saga ne è l'esempio cinematografico (grazie Paolo Villaggio), oppure chi trova subito l’anima gemella e chi colleziona una delusione d’amore dopo l’altra. Si può capovolgere la sorte e costruire un futuro migliore? Se prevale Mercurio (quindi Gemelli e Vergine) riterremo che la fortuna non esiste, se prevale Giove (Sagittario e Pesci) ci sarà invece un continuo affidarsi ed invocare i numi che ci diano grazie di vario tipo. Rispondere a queste domande non è certo facile con davanti il Tema Natale, con il quadro astrale personalizzato si potrà fare certamente un pò di chiarezza. E' comunque anche certo che esiste il libero arbitrio, la possibilità di fare delle scelte, la voglia di fare, di crescere che ha buona parte del merito di ciò che siamo e di ciò che riusciamo a realizzare nella vita. Ma l'astrologia da sempre, sia che nasci principe o poveretto, và un pò più in là, analizzando la ruota del karma. Eh si, pechè pensare di essere padroni del proprio destino è azzardato almeno alquanto il volo di Icaro. Tutto ruota tutto gira tutto cambia e tutto si trasforma, quindi fino a chepunto credi di essere fortunato? Solo quanto gli dei, (il cosmo, la natura, il creatore) te lo permetteranno. Ed il pensiero degli dei su di noi risuona in quelle energie che vediamo nel quadro di nascita. Con il termine «fortuna» s’intende: «Una serie di eventi e di circostanze non spiegabili razionalmente». La parola «fortuna» deriva dal latino fors, fortis ovvero «caso, sorte»; è interessante notare, però, come il significato di «buona sorte» fosse assente in origine. In pratica, secondo i latini la fortuna in sé non era né buona né cattiva ma semplicemente legata al caso. Tuttavia, come affermò William Jennings Bryan, politico americano vissuto tra l’Ottocento e il Novecento, «Il destino non è questione di fortuna; ma è questione di scelte. Non è qualcosa che va aspettato, ma piuttosto qualcosa che deve essere raggiunto». Vista da questa prospettiva, possiamo considerare la «fortuna» come un mix fra preparazione (Mercurio) e opportunità (Giove). E sono proprio questi due concetti che fanno la differenza in fatto di qualità di vita e risultati raggiunti. Lo stesso filosofo Seneca ci suggerisce che quella che noi chiamiamo «fortuna», in realtà, altro non è che «il momento in cui il talento incontra l’occasione». Per essere fortunati, dunque, dobbiamo essere pronti a raccogliere le opportunità.
"Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
Gli ho chiesto la prosperità
Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.
Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.
Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.
La mia preghiera è stata ascoltata."
Antica poesia indiana