Ogni anno – da quando sono nato – arrivo nella mia Toscana, dalle parti di Castiglione della Pescaia.
Ad attendermi c’è sempre mia nonna – quest’anno 93 anni – e ogni anno, senza eccezione alcuna, mi chiede di pescarle un pesce per poi cucinarglielo e mangiarlo assieme.
Ho preso sempre molto sul serio questo compito e non credo di aver mai mancato questo appuntamento, tuttavia quand’ero più giovane – le estati più lunghe, il meteo più stabile e il mare più ricco questo era un task relativamente facile.
Negli anni sono diventato un surfcaster notturno abbastanza esperto, prima pescando mormore, orate e saraghi per poi dedicarmi quasi eslusivamente al serra – che negli ultimi anni è diventato quasi infestante nel tratto di costa che pesco da più di 20 anni.
Dicevo estati lunghe – meteo stabile – mare ricco…
Ho sempre ritenuto che il pescatore più esperto è quello che sa quando non andare a pescare
Quest’anno i fattori li ho avuti tutti contro.
Tempo ? Una settimana con una sola notte a disposizione
Meteo ? Vento instabile tendente allo scirocco
Luna ? Super luna piena
Acqua ? Freddina e torbida
Notizie di catture ? poche o nessuna
Ma dalla mia avevo un’arma segreta – che nel passato mi ha sempre dato grandissimi risultati – sconfiggendo ogni logica e superando ogni ostacolo : portare con me qualcuno che non ha mai pescato.
Ospiti da me quest’anno avevo Michele e Barbara , una coppia di amici straordinaria.
Michele lavora con me, è un brillante grafico, tra l’altro vegetariano, con cui ho avuto innumerevoli discussioni ( guadagnando il suo rispetto ) sull’eticità della mia – anzi della nostra – visione della pesca , Barbara la sua ragazza è architetto ed era molto intrigata dall’idea di pescare.
Vista la situazione dunque dico a Barbara “stasera ti farò pescare un bel pesce serra” sperando che gli Dei della pesca ascoltino e compino il miracolo.
In breve andiamo a prendere dell’esca – cavetto termosaldante – gli starlight – le pile – arriviamo in spiaggia – faccio degli inneschi che neanche masterchef – lancio due canne in due zone diverse e aspettiamo.
L’esperienza mi insegna che se entro 2 ore non succede nulla difficilmente succederà qualcosa nell’arco della serata.
In spiaggia ci sediamo e le condizioni sono pessime – malcelo la scarsa fiducia spiegando ai miei ospiti l’azione e la logica di pesca.
Sorrido a vederli fremere ad ogni movimento dello starlight – cercando di spiegare la differenza tra il sussulto causato da un’onda e l’abboccata furiosa di un serra.
Passa un quarto d’ora, passa mezz’ora, chiacchieriamo e chiacchieriamo, passa un’ora, passa un’ora e mezza e gran parte della fiducia.
Quand’ecco che improvvisamente le cose cominciano ad andare per il verso giusto : guardiamo la luna, il cielo, i cellulari ipnotizzati dal rumore del mare e della notte – perdendo completamente di vista le canne da pesca.
Alzo gli occhi e vedo che una delle due canne non è più in tensione – il filo quasi completamente in bando.
Improvvisamente divento concentrato e teso – mi avvicino alla canna per capire se c’è vita dall’altra parte.
Riflesso dalla luna vedo il filo velocemente rimettersi in tensione schizzando verso il mare.
Prendo la canna in mano , cimino basso, apro l’archetto e lo faccio andare e chiamo Barbara.
Non posso sbagliare la ferrata – so bene che questa è l’unica possibilità della serata.
Il serra corre velocissimo.
Ho fatto un’innesco ad amo singolo – contrariamente alle abitudini locali che tendono a mettere 2 o 3 ami nell’esca – devo essere certo che il serra abbia tutta l’esca in bocca.
Me lo immagino – correre velocemente con il suo boccone di traverso in bocca.
Lo lascio andare ancora – sono interminabili secondi.
Ecco, rallenta – lo vedo che sta girando il boccone per mandarlo giù.
Blocco il filo con la mano aspettando che si rimetta in movimento, questa volta più lento.
Il filo si tende – arrivo al punto di non ritorno e ferro.
Due giri di mulinello e … c’è !
Passo la canna a Barbara e lei comincia goffamente il recupero : non è facile manovrare canne di più di 4 metri con mulinelli xl ma lei con concentrazione e caparbietà comincia il recupero senza particolari problemi.
Pochi minuti dopo vedo nelle onde la sagoma di un bel serra, lo spiaggiamo e festeggiamo insieme il primo pesce di Barbara.
Ci ritiriamo verso casa dopo pochi minuti – il giorno dopo il serra verrà sfilettato e servito crudo con cipolla, lime, zenzero e pinoli per la gioia dei commensali e di nonna.
missione compiuta.
Michele e Barbara sono partiti, il tempo si è guastato e a pesca non ci sono ancora tornato.
Intanto si affilano gli ami e si gioca a Burraco con la Nonna.
Rock’n'Rod